Brescia, sesso virtuale con minorenne: denunciata guardia penitenziaria

All'agente che lavora a Canton Mombello sono stati sequestrati due cellulari e una chiavetta usb. Aveva minacciato la ragazza di diffondere le foto hot

L'uomo aveva intrecciato una relazione virtuale

L'uomo aveva intrecciato una relazione virtuale

Brescia, 26 aprile 2018 - L'ha conosciuta attraverso uno dei servizi di messaggistica scaricabili sul telefonino, e con lei dal maggio del 2015 e fino alla fine dello scorso ottobre ha intrecciato una relazione virtuale fatta di messaggi, ma anche fotografie e video a sfondo sessuale. Lui è un agente della polizia penitenziaria in servizio a Canton Mombello mentre lei è una ragazzina residente in Veneto con la famiglia che il prossimo settembre compirà 18 anni e che si è “invaghita” dell’uomo quando non era ancora quindicenne. L’uomo, in passato finito nei guai per una rissa avvenuta in un locale notturno sul lago di Garda, è indagato per adescamento di minore e per avere minacciato di divulgare le immagini a sfondo sessuale che la ragazzina gli aveva inviato, su sua richiesta, sul telefono cellulare durante le loro conversazioni bollenti.

A far scattare l’indagine dei carabinieri sono stati i genitori della giovanissima che una volta scoperta la relazione online tra la figlia e l’uomo hanno deciso di denunciare tutto ai militari veneti. La giovanissima ha raccontato che per più di due anni aveva avuto contatti con l’agente della Penitenziaria, che si erano scambiati fotografie e video dal contenuto a luci rosse e che quando lei aveva deciso di mettere fine al “rapporto” l’adulto le avrebbe detto che se non avesse cambiato idea avrebbe divulgato ad altre persone gli scatti hot.

Per la ragazza è iniziato un incubo, la vicenda le avrebbe provocato anche seri problemi di salute, che si è concluso quando ha deciso di raccontare la vicenda. La denuncia raccolta dai carabinieri è stata trasmessa alla Procura di Brescia e gli atti sono ora sul tavolo del sostituto procuratore Marzia Aliatis che alla fine di marzo ha iscritto l’agente nel registro degli indagati con l’accusa di adescamento di minori e divulgazione di materiale pedopornografico. Una decina di giorni fa gli inquirenti sono entrati in carcere per perquisire l’armadietto personale del 48enne andandone con due telefoni cellulari, quello privato e quello di servizio, intestati all’agente. Sotto sequestro è finita anche una chiavetta usb trovata in casa dell’uomo. Tutti e tre gli oggetti sequestrati sono ora a disposizione della Procura per gli accertamenti del caso.