Bedizzole, sepolto nel cassone del camion: "Ora il titolare non si dà pace"

Lo sgomento dei colleghi di Maurizio Rocchi: "È stata una tragica fatalità. Nessuno punta il dito"

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di Milla Prandelli

Bedizzole è piegata dal dolore per la scomparsa di Maurizio Rocchi, l’operaio di 62 anni residente in paese sepolto vivo e ucciso dalla ghiaia scaricata nel cassone del camion mentre stava lavorando. Nessuno vuole puntare il dito contro il datore di lavoro che ha sganciato il materiale sul mezzo. "È stata una tragica fatalità – hanno spiegato i colleghi riunitisi al Caffè Torre, che si trova vicino alla cava dove sono avvenuti i fatti – nessuno ritiene abbia colpe e nessuno punta il dito. È stata una fatalità dal prezzo troppo alto. Il nostro capo è disperato, non riesce a farsene una ragione".

Impossibile accorgersi di Maurizio in quel preciso istante, secondo i colleghi. C’era buio, la visibilità era scarsa e le operazioni erano quelle di ogni giorno. Resta da capire come mai l’uomo non abbia avvisato che sarebbe entrato nel cassone e c’è ancora da chiarire l’esatta dinamica dei fatti, anche se non servirà a restituire l’uomo ai suoi due figli e ai tre nipotini. "Maurizio Rocchi – commentano gli amici- era una persona meravigliosa. Era davvero un uomo eccezionale, pieno di qualità: generoso, altruista, vivace, volenteroso e con tante iniziative. Aveva sofferto molto quando 15 anni fa la sua amata moglie è morta. Ma non ha mai perso la voglia di vivere. Era uno che adorava il suo lavoro, anche se duro". E lo dimostra la sua pagina di Facebook, dove non mancano le foto dei camion dell’azienda dove era assunto da anni e dove era il riferimento per tanti giovani. Ora si dovranno attendere gli esiti dell’esame autoptico che stabiliranno le esatte cause del decesso, che potrebbe esser avvenuto per soffocamento o schiacciamento. Non è da escludere, però, che l’uomo possa avere avuto un malore ed essere rimasto bloccato in un punto dove pericoloso. Ciò che resta, di certo, di palpabile e di vero, è il dolore dei colleghi, della famiglia, del titolare e dell’intera Bedizzole, dove in queste ore non si sta parlando d’altro. Nessuno riesce a spiegarsi come possa essere accaduto. A rispondere saranno i tecnici di Ats Brescia e i carabinieri, intervenuti per i rilievi del caso. Entrambi i mezzi coinvolti nell’incidente sono stati posti sotto sequestro dall’Autorità Giudiziaria che vuole fare chiarezza completa sulla vicenda.