Scuola, tanti precari cronici: nel Bresciano mancano 3.500 prof

Tra chi non supera il concorso e chi rinuncia all’incarico, bisogna attingere alle graduatorie dei supplenti

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Scuola precaria nonostante i concorsi. Mentre si contano le ore per l’avvio del nuovo anno, il primo “normale“ dopo i due contrassegnati da Covid e regole anticontagio, sono in corso le operazioni per le nomine dei supplenti che devono coprire i posti vacanti dopo le immissioni in ruolo. Secondo i dati raccolti dai sindacati della scuola dopo l’incontro con l’Ufficio scolastico regionale, su 22.277 posti autorizzati in Lombardia per le immissioni in ruolo solo 6.500 docenti sono stati effettivamente nominati tra le diverse province, poco meno del 30 per cento, addirittura meno delle stime iniziali del 35% previsto dalle organizzazioni sindacali.

«Una situazione nuovamente drammatica per la Lombardia – commenta Tobia Sertori, segretario generale Flc Cgil Lombardia – I motivi sono due. Il primo è che le graduatorie chiuse il 31 agosto vedono meno idonei che posti, perché il reclutamento con il concorso fatto tramite quiz iper-nozionistici, che non riflettono le reali esigenze del ruolo dei docenti, ha portato molti a non superare la prova".

Il secondo motivo è che altri concorsi sono ancora in corso, per cui chi li supererà non potrà essere inserito subito in graduatoria. Senza contare che, essendo stato replicato il modello dei precedenti, si prevede ancora una volta un alto tasso di docenti che non li supereranno. Di fatto per coprire gli oltre 15mila posti mancanti (di cui 3.500 solo a Brescia, 4.300 nel Milanese), si deve attingere dalle graduatorie provinciali per le supplenze annuali, operazione partita telematicamente mercoledì. I nominati avevano 48 ore per rinunciare, scadute ieri, per cui solo da lunedì si potrà avere un quadro consolidato della situazione.

La stima è di un terzo di rinunce: se così fosse, significa che poi ci sarà la corsa a reperire circa 4.700-5mila docenti in tutta la Lombardia ad anno iniziato. "Le supplenze – aggiunge Sertori – devono coprire non solo i posti residuali non assegnati dai ruoli ma anche quelli aggiuntivi. La nostra stima è di 35-40mila supplenti in cattedra. Per l’ennesimo anno si parte con la precarietà cronica, problema anche per i ragazzi, ai quali non è garantita la continuità". Sembrerebbe comunque aver avuto un effetto positivo l’inasprimento delle regole per i supplenti annuali che rinunciano all’incarico. All’Ufficio scolastico provinciale di Brescia ieri risultavano solo una sessantina di no: secondo il dirigente Giuseppe Bonelli ci si potrebbe assestare a un 7-8%. Problemi anche sul fronte del personale amministrativo: i candidati sono meno dei posti disponibili, coperto meno del 40%.