Scuole a Brescia, prove di ripartenza con i recuperi

Ragazzi in classe, ma sono pochi gli istituti che hanno scelto di riaprire prima del 14 settembre: tutti alle prese con l’organizzazione

I controlli all'ingresso dell'istituto

I controlli all'ingresso dell'istituto

Brescia, 3 settembre 2020 - Prove di ripartenza nelle scuole bresciane, che cominciano a riaprire i cancelli per i corsi di recupero. Martedì ha iniziato l’istituto paritario Madonna della Neve di Torbiato di Adro, mentre ieri in città i primi studenti hanno fatto la loro comparsa nelle aule dell’Itis Castelli, con mascherina d’ordinanza e frequenti igienizzazioni delle mani grazie ai gel distribuiti in aule e corridoi. Sono poche però, a Brescia, le scuole che hanno già avviato i corsi di recupero. "Inizieremo il 14 col recupero curriculare in classe – spiega Elena Lazzari, dirigente Abba Ballini – e il pomeriggio con i corsi di recupero online. Non ci siamo affrettati, perché questo periodo dell’anno è complesso". Stessa scelta l’hanno fatta in altre scuole, come il Golgi; in alcuni casi (come al Calini) il rinvio è stato dettato pure dalla scarsa adesione dei docenti, visto che, per il Ministero, le ore dall’1 al 14 settembre rientrano negli ordinari adempimenti contrattuali e non saranno retribuite a parte.

Anche al liceo Gambara si partirà il 14 con i recuperi, oltre che con le lezioni. "Una scelta prudenziale – spiega il dirigente Giovanni Spinelli – sapevamo che queste due prime settimane sarebbero state “sequestrate“ da mille attività organizzative e collegiali". Dal 14 settembre, nel liceo ci saranno sempre in presenza gli studenti del primo anno, dal secondo al quinto anno faranno a rotazione, per un totale di 32 classi sempre presenti (a distanza le altre 21). Non ci sarà ingresso doppio, troppo complesso in una scuola che, nel pomeriggio, ospita le lezioni individuali del liceo musicale. "Siamo venuti incontro alle problematiche di trasporti riducendo al 58% il numero di studenti che raggiungono ogni giorno scuola. Sperando che tutti riescano ad arrivare". Una vera incognita, invece, sono i lavoratori fragili, visto che il Ministero non ha normato la materia. "Non ho segnalazioni nella mia scuola, ma so che ce ne sono. Il rischio è che riusciamo a portare gli studenti in aula senza l’insegnante" dice Spinelli. La fragilità non è considerata una malattia, per cui se un docente non può esporsi al rischio di contagio per problemi di salute dovrebbe fare lezione a distanza. "Al momento diversi medici competenti hanno segnalato casi – dice il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Giuseppe Bonelli – ma manca una linea di comportamento generale perché deve passare da una accordo sindacale nazionale".