Brescia, lo Scazzone contro lo sfruttamento dei fiumi

Doppia manifestazione a carattere nazionale per dire no al proliferare delle centraline idroelettriche. La Val Camonica si mobilita

Foto di gruppo per i componenti di una delle associazioni che hanno aderito all’iniziativa

Foto di gruppo per i componenti di una delle associazioni che hanno aderito all’iniziativa

Brescia, 22 gennaio 2020 - Cinque presìdi per dire basta alla proliferazione selvaggia delle centraline del mini-idroelettrico. Va in scena anche in Val Camonica la ‘Protesta dei pesci di fiume’, il 25 e 26 gennaio. La mobilitazione è nazionale, con sit-in presidiati contemporaneamente dalle Alpi agli Appennini. In valle la questione è particolarmente sentita e già nei mesi scorsi erano state organizzate iniziative analoghe. Questa volta la mobilitazione ha la firma di Associazioni Pescatori di Valle Camonica, Comitato Centraline di Valle Camonica, Amici del Torrente Grigna, Lega Ambiente di Valle Camonica, Italia Nostra di Valle Camonica, Cai (Commissione Tutela Ambiente Montano di Valle Camonica-Sebino). "In Valle Camonica – spiegano gli organizzatori – ogni anno la Provincia autorizza decine di nuovi impianti di captazione delle acque libere, senza una pianificazione organica e avveduta di queste opere private".

Le associazioni camune hanno organizzato 5 presìdi. Sabato, alle 15,30, al ponte di Montecchio di Darfo, al ponte di Esine sul Grigna, in località Plemo ad Esine sul torrente Resio; domenica, a Forno d’Allione a Berzo Demo (ore 10), presso la centralina sul fiume Oglio di Capo di Ponte (ore 11). Mascotte dell’evento sarà un pesce che è presente anche nei fiumi bresciani, il Cottus Gobio , comunemente detto ‘Scazzone’, protetto dalle normative europee ed italiane perché a rischio di estinzione. Gli appuntamenti sono aperti al pubblico. Verranno scattate delle foto, ritratti dei selfie e girati dei brevi filmati che saranno immediatamente inviati al promotore della manifestazione, Legambiente nazionale in collaborazione con Free Rivers Italia, il coordinamento di tutti i comitati italiani per la tutela dei fiumi.

L’obiettivo è di attirare l’attenzione del ministero dell’Ambiente, che lo scorso anno ha emesso il Decreto FER-1, confermando l’incentivo al mini-idroelettrico, che è il principale motore del moltiplicarsi delle centraline, realizzate anche nei piccoli torrenti di montagna. "Proprio su questi corsi d’acqua minori, la Direttiva Quadro Acque verrebbe disattesa – proseguono gli organizzatori - causando negli ecosistemi acquatici offese ambientali irreversibili con pesante pregiudizio per la biodiversità, ed esponendo il nostro Paese ad una probabile nuova infrazione comunitaria. Danni gravissimi vengono arrecati agli ecosistemi fluviali in cambio di un misero contributo di energia rinnovabile poi ceduto dai privati al Gestore dei Servizi Energetici ad un prezzo spropositato. Ricordiamo che l’incentivo va a vantaggio delle imprese di derivazione mini- idroelettrica ed è sostenuto dai cittadini con le bollette delle utenze domestiche".