Scandalo a Oneda, l’interrogatorio del medico

Dovrà chiarire cosa è accaduto a Roberta Repetto, 40 anni deceduta per un melanoma

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"Non si muore per l’asportazione di un neo: quello che è stato asportato era sicuramente già un melanoma, quindi un tumore maligno". Così Ketty Peris, presidente della Sidemast (Società Italiana di Dermatologia e delle Malattie Sessualmente Trasmissibili) si esprime sulla vicenda di Roberta Repetto, la donna genovese di 40 anni, morta di cancro dopo l’asportazione di tessuto senza sottoporlo a un esame istologico. Per questa storia che ha destato molto scalpore sono finiti in carcere il medico che avrebbe eseguito l’intervento: Paolo Oneda (foto), in organico presso la Chirurgia dell’ospedale di Manerbio; e Vincenzo Paolo Bendinelli presidente e "guida spirituale" (così viene definito dagli investigatori) dell’agriturismocentro Anidra nell’entroterra ligure a Nord di Chiavari. In quel luogo, nell’ottobre del 2018 - stando a quanto ricostruito dall’accusa - Roberta è stata operata su un tavolo da cucina, senza alcuna anestesia e, scrivono ancora dall’Arma di Genova "inserendo l’intervento in un presunto patologico processo di “purificazione spirituale“".

Due anni dopo, siamo nell’ottobre del 2020, la donna muore presso il policlinico San Martino di Genova per un melanoma plurimetastatico. Quel tumore che - come traspare dalle conversazioni in possesso degli inquirenti - avrebbero causato dolori lancinanti con conseguenti richieste di aiuto o attenzione presso i due arrestati. Senza trovare, pare, mani tese.

Ora Oneda è rinchiuso in una cella del carcere di Canton Mombello e attende - molto probabilmente domani, venerdì - di essere sentito dal magistrato di garanzia. In quel frangente potrebbe chiarire la sua posizione circa le accuse che gli vengono contestate: omicidio volontario con dolo eventuale, violenza sessuale e circonvenzione di persone incapaci.

Quanto a provvedimenti sul medico, se martedì l’Asst del Garda ha fatto sapere di avere "preso atto dell’accaduto" e di essere "a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per qualsiasi evenienza", ancora ieri alle 20,30 - sull’albo pretorio istituzionale - non era uscita comunicazione circa un’eventuale sospensione del dipendente.

Luca Degl’Innocenti