Brescia, il giallo di Sana si infittisce: test del Dna sui parenti fermati

L'ipotesi degli inquirenti: caso di avvelenamento

Sana Cheema (Ansa)

Sana Cheema (Ansa)

Brescia, 29 aprile 2018 - Dopo l'autopsia ora si attende l’esito della prova del Dna a cui sono stati sottoposti i maschi della famiglia Cheema, tuttora in custodia cautelare perché sospettati di avere ucciso la 25enne di Brescia. È l’ultimo accertamento disposto dalla Procura di Kunjah che indaga sulla misteriosa morte di Sana, deceduta il 18 aprile a Mangowal poche ore prima di doversi imbarcare su un volo che l’avrebbe riportata in Italia. Sono state prelevate tracce biologiche di Mustafa Ghulam e Adnan Cheema, il padre e il fratello maggiore della ragazza e di di Iqbal Mazhar, lo zio, per la Polizia i presunti autori del delitto d’onore messo in atto con la complicità di un cugino – l’autista del veicolo che ha portato il corpo al cimitero di Kot Fath, lontano dalla città di residenza della famiglia - e di un medico, che avrebbe sottoscritto certificati falsi per avallare la versione della morte naturale sostenuta dai Cheema. La Polizia vuole capire se c’è la mano dei parenti dietro l’ipotetico avvelenamento di Sana, la pista più accreditata dagli investigatori dopo la riesumazione del cadavere che non presenta segni evidenti di violenza. E stando a indiscrezioni non confermate l’esame autoptico qualcosa avrebbe evidenziato, tale da sconfessare la morte per infarto. Ma prima di pronunciarsi le autorità pachistane aspettano di vedere il risultato dei test del Dna, così da avere un quadro completo.

Dal Pakistan, intanto, arrivano nuovi elementi che complicano il giallo, un giallo nel quale sembra ritagliarsi un ruolo determinante l’amico italo-pakistano di Torbole Casaglia (Brescia) del quale Sana era innamorata. Il ragazzo giovedì era stato convocato in Procura a Brescia per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, con la quale negli ultimi giorni erano intercorse una sessantina di telefonate. Ma il «fidanzato» non si è presentato. La madre di Sana sapeva che la figlia aveva una relazione travagliata con quell’uomo, tornato con lei nella terra d’origine per un paio di mesi a inizio 2018 e poi era rientrato in Italia settimane fa. Sana soffriva il mal d’amore, i due si erano lasciati e aveva smesso di mangiare, avrebbe raccontato alla Polizia la donna, molto arrabbiata con lui. La famiglia non le aveva imposto nozze combinate, ma non voleva frequentasse uomini in libertà al di fuori dal matrimonio. La spingeva a sposarsi, insomma. L’amico speciale, però, pare fosse già sposato. C’entra qualcosa, questo, con la fine di Sana?