Non solo ambiente, ma anche salute e sicurezza alimentare. Su questi due dossier, da integrare a quanto già presentato in Europa, sta lavorando Roberta Caldera, firmataria della petizione contro il progetto del depuratore del Garda che prevede due impianti a Gavardo e Montichiari con scarico nel Chiese, accolta dal Parlamento europeo e che ha già portato all’avvio di un’indagine preliminare. "Poiché la petizione è stata allargata alle commissioni per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare del Parlamento europeo – ricorda Caldera – stiamo lavorando per integrare la documentazione. Sulla sicurezza alimentare, ad esempio, c’è tutto il tema dei fanghi da depurazione". Da Bruxelles è arrivata anche la deroga a raccogliere le firme non solo tramite la piattaforma europea, ma in formato cartaceo: oggi nella sala conferenze “Cecilia Zane“ del comune di Gavardo, dalle 15 alle 18,30 il comitato La Roccia (di cui Caldera fa parte) sarà a disposizione per le firme. "È confortante vedere l’attenzione delle istituzioni europee – sottolinea Caldera – visto che noi stiamo ancora attendendo di incontrare Provincia, Ministero, Commissario". Residente a Gavardo, Caldera ha deciso di dedicarsi all’ambiente pensando soprattutto al futuro delle nuove generazioni. "La passione ambientale nasce proprio dal cuore di mamma – racconta - sin da quando i miei figli erano piccoli ho riscontrato problemi di salute legati all’inquinamento, per non dire dell’epidemia di legionella". Se qualche europarlamentare si interesserà alla questione depuratore, Caldera sarà chiamata in audizione. "Spero che questo serva a far luce una volta per tutte sulla vicenda – sottolinea – lo dico per il Chiese, ma anche per il Garda, perché si deve investire non solo per spostare i reflui, ma anche per garantire la buona qualità delle acque". F.P.