Ristoratori, sul piatto c’è la disubbidienza

Parte da Brescia la proposta di tenere aperti i locali, per una sera, fino alle 22. "L’unica soluzione per far sentire la nostra voce"

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di Federica Pacella

Bar e ristoranti chiusi alle 18? La filiera della ristorazione prepara una protesta ‘plateale’. Le ultime notizie sul nuovo Dpcm hanno confermato che, per il comparto, dicembre sarà un mese perso. Da qui, la proposta lanciata tramite il gruppo social ‘Dietro di noi’, che raccoglie circa 2mila realtà rappresentative di tutta la filiera (ristoratori, baristi, ma anche fornitori): individuare una giornata in cui tenere aperti contemporaneamente i locali, almeno in città, per una sera, fino alle 22.

"Visto che probabilmente saremo chiusi o con apertura fino alle 18 – l’appello di Alberto Renga, portavoce del gruppo – l’unica soluzione che abbiamo è quella di una disubbidienza civile se non vogliamo vedere morire le nostre attività".

Diversi operatori sarebbero pronti a partecipare; si sta valutando ora la fattibilità dell’iniziativa, che non vuole mettere in difficoltà nessuno (sono previste sanzioni, tra cui la chiusura per 5 giorni). Se andasse in porto con un buon livello di adesione, quella di Brescia sarebbe la prima iniziativa di carattere corale. "Non vogliamo creare occasioni di contagio – sottolinea Renga – saranno rispettate le norme, con il distanziamento, il plexiglas, le mascherine. Tuttavia, vogliamo dare un segnale forte, perché la situazione sta diventando pesante".

Con gli uffici in smart-working, l’eventuale riapertura a pranzo non sarebbe sufficiente a recuperare i mesi persi. "Soprattutto la ristorazione – sottolinea Luca Sai, titolare di due bar – è in ginocchio, il grosso del fatturato si fa con le aperture serali, speravamo almeno di poter tenere aperto fino alle 22". "Dietro la ristorazione c’è tutto il mondo variegato dei fornitori, che in alcuni casi non sono neanche stati inclusi nei codici che possono ottenere i ristori", aggiunge Renga, che rappresenta la filiera dietro la ristorazione in quanto lavora nel settore delle bevande.

Se la chiusura serale agita il comparto, la riapertura diurna preoccupa, invece, la Prefettura, per le possibili ricadute della riapertura, dal 15 dicembre al 15 gennaio, di bar e ristoranti rispetto al rischio di formazione di possibili assembramenti, soprattutto nei luoghi della movida bresciana. Per questo il prefetto Attilio Visconti, nell’incontro di mercoledì con i vertici delle Forze dell’Ordine, ha chiesto a queste ultime di predisporre un’adeguata pianificazione dei servizi, analoga a quella dei mesi estivi, da sottoporre poi all’approvazione del Comitato per la Sicurezza.