Vestone, padre tutore "ripulisce" il conto del figlio paraplegico: mancano 200mila euro

L'uomo è finito nel mirino della Procura con l’accusa di peculato aggravato continuato

Il tribunale di Brescia

Il tribunale di Brescia

Vestone (Brescia), 19 giugno 2019 - Un padre viene nominato amministratore di sostegno del figlio rimasto paraplegico dopo un terribile incidente, e anziché curarlo lo spenna rubandogli quasi 200mila euro. Protagonista della storia da “parenti serpenti” è un quasi ottantenne di Vestone – li compirà a settembre – finito nel mirino della Procura con l’accusa di peculato aggravato continuato. A qualificare la contestazione, il ruolo da pubblico ufficiale rivestito dall’indagato. Il pm Antonio Bassolino, che nelle scorse ore ha notificato all’anziano il provvedimento di chiusura indagini, è pronto a chiedere il processo.

A fare esplodere il caso era stata la nipote dell’ottantenne, ovvero la figlia del presunto derubato che aveva notato ammanchi sospetti, mancati incassi e sparizioni di mobili. Nominato curatore degli interessi del figlio nel settembre 2008 dal Tribunale, il nonnino in questione dall’ottobre seguente fino al luglio 2015 si sarebbe dato da fare per incamerare progressivamente gran parte del suo patrimonio. Il sistema era variabile, il risultato sempre lo stesso. Grazie all’incarico che gli conferiva libero accesso ai conti correnti dell’amministrato, l’anziano a più riprese avrebbe prelevato contanti ed emesso assegni a suo favore appropriandosi di quasi 130mila euro. E ancora, per l’accusa non ha usato i mobili comprati con 25.640 euro per arredare la casa nuova del figlio, così come era stato autorizzato a fare, bensì per rimettere a nuovo la propria abitazione. In più avrebbe tenuto per sé i 44.100 euro che la nipote gli aveva corrisposto per acquistare il 50% dell’attività commerciale del padre. Che di quei soldi però non avrebbe visto un euro.