Rifiuti speciali non pericolosi Il progetto discarica non passa

Brescia, il piano ha ricevuto il disco rosso dal settore Ambiente della Provincia

di Federica Pacella

Era stata presentata con tutti gli onori del caso, con una conferenza in Provincia a cui avevano partecipato anche i vertici di Confindustria Cisambiente, vista l’innovatività del progetto: svuotare la discarica Green Up a Bedizzole per far posto a rifiuti speciali non pericolosi non più riciclabili. Ma il progetto non è passato al vaglio del settore Ambiente della stessa Provincia, perché incompatibile col fattore di pressione regionale. L’archiviazione (almeno per ora) di Landfill mining è un esempio di come sia complicato trattare la questione dei rifiuti speciali in una realtà produttiva come quella Bresciana. Secondo il bilancio tracciato dal presidente Samuele Alghisi e dal vicepresidente e consigliere con delega all’Ambiente Guido Galperti, attualmente sono 462 gli impianti autorizzati alla gestione di rifiuti, di cui 13 discariche attive con un residuo di 6,3 milioni di mc (5 per inerti, 1,2 per speciali pericolosi e non). Sul tavolo c’è l’istanza di un nuovo impianto (La Castella 3, già bocciata due volte), più l’ampliamento della Vergomasco di Odolo. Sono troppi o sono pochi questi impianti? "Non è una questione di numeri – commenta Giovanmaria Tognazzi, direttore settore Sostenibilità ambientale e protezione civile - rispetto ad alcune categorie, abbiamo impianti sufficienti, a volte anche sovrabbondanti, ad esempio nel trattamento di rottami e metalli. Per altre categorie, c’è carenza. La scorsa estate non ho potuto sospendere l’attività di un impianto irregolare per questioni di pubblica utilità, perché, essendo l’unico per Brescia, Mantova e Bergamo, avrebbe significato bloccare tutta la filiera di raccolta con gravi ripercussioni".

"Dal punto di vista industriale – aggiunge Galperti - la preoccupazione riguarda le acciaierie, perché da qualche parte bisogna portare le scorie". Oltre al tema rifiuti, negli ultimi 2 anni hanno avuto grande impulso i procedimenti di bonifica, 142 sui 366 aperti, per effetto dell’avvio dei cantieri di Tav e autostrada della Val Trompia. Nel 2021, inoltre, la struttura Ambiente ha firmato 1846 atti, tra autorizzazioni e dinieghi per impianti produttivi, pari a 5 al giorno comprese le feste, nonostante l’organico sottodimensionato (30% in meno del 2014). "Facciamo più Autorizzazioni integrate ambientali noi che regioni come l’Emilia Romagna – evidenzia Alghisi – la nostra visione? Gestire tenuta ambientale, sociale e attività produttive".