Tragico incidente a Rezzato, cinque uccisi in auto: il caso è chiuso

Archiviato il fascicolo sull’incidente costato la vita ai 20enni nella macchina guidata dal coetaneo senza patente

Attribuite a Salah Natiq "manovre eccentriche, azzardate e imprevedibili"

Attribuite a Salah Natiq "manovre eccentriche, azzardate e imprevedibili"

Brescia - L’apocalittico incidente stradale del 22 gennaio a Rezzato – cinque ventenni morti sull’auto condotta da un amico senza patente – per la giustizia è un caso chiuso. Il gip, come richiesto dalla Procura, ha archiviato il fascicolo per omicidio stradale aggravato e lesioni a carico di Salah Natiq, operaio 22enne di Vestone al volante della Wolskwagen Polo che si è schiantata frontalmente contro un bus. Il responsabile del sinistro è da individuarsi esclusivamente nel giovane marocchino, anch’egli deceduto, è la conclusione, il quale "commetteva una nutrita serie di violazioni gravi alla disciplina della circolazione stradale", ha scritto il pm Antonio Bassolino nella richiesta di archiviazione. Ma ogni contestazione è estinta per morte del reo.

Quanto alla posizione dell’amico di Casto che aveva prestato a Natiq la vettura del padre – nei confronti del quale sono pervenute denunce alle forze dell’ordine da parte dei familiari delle vittime – "nessuna responsabilità penale può essere ravvisata neppure nella forma di un concorso colposo o a titolo di dolo eventuale nel reato colposo altrui". Al ragazzo può certo essere ascritta "superficialità", e una violazione al Codice della strada punibile con una sanzione amministrativa, ma nessun reato: "Le manovre poste in essere dal Natiq sono risultate così eccentriche e imprevedibili da interrompere qualsiasi rapporto eziologico tra la sua condotta superficiale e la possibilità di prevedere e rappresentarsi quella gravemente colposa" del guidatore, si legge negli atti. La sera del 22 gennaio una comitiva di dieci giovani della Vallesabbia, dopo avere trascorso la giornata a mangiare lo spiedo, era in viaggio sulla Gardesana verso Brescia. Il gruppo avrebbe dovuto fare serata al Narghilè, un locale di San Polo, e si spostava con due auto.

Davanti c’era la Polo guidata da Natiq, e dietro la vettura che trasportava pure il proprietario della prima macchina. "Avevo mal di testa, non volevo guidare", la sua giustificazione. Alle 22,30 all’altezza di Rezzato la prima auto con a bordo gli operai Imad Natiq, 20 anni, di Pertica Bassa; Dennis Guerra, 19, di Sabbio Chiese; Salah Natiq, di Vestone; e gli studenti Irene Sala, 17 anni, di Villanuova sul Clisi, con Imad El Harram, 20 anni, di Preseglie, si è sbriciolata contro una corriera della International Tour Caldana. Tutti gli occupanti della Polo sono morti sul colpo. Il conducente del bus è finito in ospedale sotto choc.

Dalle indagini della Polstrada di Salò è emerso che Natiq ha "indotto" gli amici a ritenere che fosse munito di regolare patente di guida. A partire proprio da colui che lo seguiva sulla seconda vettura, il figlio del proprietario della Polo che più volte, così come altri, gli aveva prestato la macchina nell’erronea convinzione non solo che avesse titolo per guidare ma anche che fosse perfettamente in grado di farlo. Nessuno poteva immaginare che Natiq avrebbe messo in atto una "pericolossissima e azzardata manovra di sorpasso dei veicoli che lo precedevano, superando certamente il limite di velocità di 90 km/h, invadendo la corsia opposta, oltrepassando la linea continua di mezzeria e in corrispondenza di una presegnalata curva pericolosa, impattando frontalmente contro il bus senza accennare una frenata".