Rezzato, timbra in Comune e va a fare l'idraulico: condannato

Il dipendente comunale è stato invece assolto dall'accusa di peculato

Un dipendente mentre timbra il cartellino (Foto d'archivio)

Un dipendente mentre timbra il cartellino (Foto d'archivio)

Brescia, 15 novembre 2018 - Assolto dall'accusa più pesante, quella di peculato, ma condannato a un anno e quattro mesi perché dopo avere timbrato il cartellino in Comune insieme a un collega andava a fare piccoli lavori edili in case private.

Dopo il licenziamento è arrivata anche la condanna per il dipendente del Comune di Rezzato arrestato lo scorso giugno con un collega con l'accusa di peculato, truffa e falsa attestazione. Nelle scorse settimane il dipendente più "compromesso, l'accusa gli contestata parecchi episodi, aveva patteggiato due anni e mezzo di reclusione perché in più occasioni utilizzando un mezzo del Comune se ne andava dal posto di lavoro, ovviamente dopo avere timbrato il cartellino, per fare l'idraulico o il muratore a domicilio. Entrambi i dipendenti erano stati sorpresi in flagranza di reato e dopo essere finiti ai domiciliari erano stati licenziati.

Per i due ex dipendenti pubblici si è però chiusa solo la prima vicende giudiziaria che li vede coinvolti. La coppia di operai infatti è indagata insieme al responsabile dell'ufficio tecnico di Rezzato per peculato. Secondo la procura i due avrebbero utilizzato la scheda carburante del Comune intestata al responsabile e avrebbero messo sul conto del municipio il materiale acquistato per il loro secondo lavoro.