"Rapine in Italia, si rischia poco". La banda ha ragione: pene leggere

Brescia, colpi in serie. Condanna più alta a chi sparò per farli fuggire

I banditi furono presi dai carabinieri dopo una lunga inchiesta

I banditi furono presi dai carabinieri dopo una lunga inchiesta

Brescia, 5 dicembre 2017 - «L'Italia è il paese giusto per mettere a segno i nostri colpi: le forze dell’ordine durante gli inseguimenti non sparano e poi se ci arrestano non restiamo molto in galera». Così parlavano tra loro i componenti di una banda composta da romeni e moldavi che dai loro paesi raggiungevano l’Italia per assaltare gli sportelli bancomat. Nelle scorse ore per alcuni di loro sono arrivate le prime sentenze.

Ha patteggiato quattro anni di carcere il capo della banda, un romeno del 1982 già condannato a tre anni e mezzo di carcere per una rapina del 2010 ai danni di una coppia di anziani di Treviso sorpresi e immobilizzati nella loro casa. Altri quattro componenti del gruppo criminale a cui gli inquirenti hanno contestato una ventina di assalti tra la provincia di Brescia e la Romagna hanno patteggiato tre anni di reclusione. Due anni e quattro mesi è invece la pena patteggiata dal più giovane della banda di predoni che nel corso di un assalto, a Calcinatello (nel Bresciano) nel febbraio del 2016, rimase ferito dai colpi di pistola esplosi da un 40enne che con la famiglia abitava nei pressi della banca. Il 40enne bresciano per avere sparato e colpito il romeno (il bandito venne portato dai complici in Romania per le cure) nelle scorse settimane è finito davanti al giudice accusato di tentato omicidio e ha chiuso la vicenda patteggiando due anni e otto mesi di reclusione. Per altri tre componenti della banda comparsi ieri in tribunale a Brescia il giudice ha disposto l’annullamento della richiesta di rinvio a giudizio per un’errore nella notifica dell’avviso di chiusura indagini. Tutti gli atti relativi alla loro posizione verranno rimandati al sostituto procuratore titolare dell’inchiesta che dovrà far ripartire tutto da capo.

Oltre agli assalti ai bancomat alla banda gli inquirenti contestavano anche due spaccate in negozi di abbigliamento, uno nel Veronese e l’altro a Carpenedolo nel Bresciano. Cinquantotto i capi di imputazione nell’ordinanza di custodia cautelare che lo scorso giugno ha raggiunto 8 componenti. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri che avevano svolto le indagini coordinati dalla Procura di Brescia, i banditi partivano dai loro Paesi di origine e arrivavano nel Bresciano, a Cellatica, dove avevano la propria base logistica, una sorta di bed and breakfast gestito da uno di loro. Lì i carabinieri hanno trovato, oltre ad alcuni dei vestiti utilizzati per i colpi messi a segno tra ottobre del 2015 al maggio del 2016 , anche 13mila euro dei circa 500mila che erano riusciti a sottrarre. Una volta assaltati gli sportelli bancomat riprendevano la via di casa in attesa di mettere a segno un altro colpo.