Ucciso durante una rapina in villa, uno dei tre arrestati confessa: "Sì, c’ero"

Un anno dopo la morte di Pietro Raccagni, macellaio di Pontoglio, nel Bresciano, uno dei tre arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale ammette le proprie responsabilità

Rapina a Pontoglio, proprietario in coma dopo caduta (Fotolive)

Rapina a Pontoglio, proprietario in coma dopo caduta (Fotolive)

Brescia, 12 settembre 2015 - Era stato colpito con una bottiglia in testa durante una rapina in villa e morto successivamente in ospedale. Un anno dopo la morte di Pietro Raccagni, macellaio di Pontoglio, nel Bresciano, uno dei tre arrestati con l’accusa di omicidio preterintenzionale ammette le proprie responsabilità. «C’ero, ho partecipato alla rapina ma non ho colpito io Pietro Raccagni» ha detto l’albanese Ergren Cullhaj, che ha chiesto e ottenuto di incontrare il sostituto procuratore Claudia Moregola, titolare dell’inchiesta.

Cullhaj, estradato dopo essere stato arrestato in Albania, era finito nelle indagini coinvolto dai cugini Pjeter e Vitor Lleshi, i primi arrestati per la morte di Pietro Raccagni. Cullhaj ha reso l’interrogatorio pochi giorni prima dall’inizio dell’udienza preliminare. Martedì comparirà in aula, mentre all’esterno del palazzo di giustizia di  Brescia la vedova Raccagni, Federica Pagani, manifesterà. Ci sarà un presidio fuori dal tribunale per chiedere la certezza della pena ha detto al donna che si è costituita parte civile nel processo.