Raid contro i carabinieri, arrestato 24enne

Sassaiola verso la caserma per far uscire i militari, aggrediti con calci e pugni: voleva punirli perché lo avevano fatto finire in galera

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di Beatrice Raspa

Arrestato dai carabinieri anni fa, se la lega al dito e organizza una spedizione punitiva nei confronti dell’Arma. Si palesa davanti alla caserma nel cuore della notte, si mette a sbraitare improperi e minacce, fa uscire i militari con una sassaiola contro porte e finestre. Poi, a tu per tu con il comandante e il suo appuntato, li pesta e li manda all’ospedale.

Protagonista dell’eccesso di violenza è un 24enne originario del Marocco, di casa a Trenzano, alla fine arrestato per resistenza aggravata - le lesioni sono assorbite da questo reato - a pubblico ufficiale. Il giovane, problemi di tossicodipendenza e qualche precedente penale, la notte tra l’1 e il 2 giugno ha raggiunto il comando della stazione di Trenzano, in via Vittorio Veneto, e ha dato fuori di matto. A suo dire, doveva punire i carabinieri colpevoli di averlo fatto finire in cella anni prima.

Dopo aver proferito insulti e minacce ("Vi ammazzo, ve la faccio pagare, tanto domani anche se mi arrestate sono fuori") e chiesto ai militari di uscire, ha iniziato a lanciare pietre e sassi di ogni forma e grandezza all’indirizzo della caserma, finendo con il danneggiare la porta e le zanzariere delle finestre dell’alloggio del maresciallo Umberto Giannini. Il comandante e il suo appuntato sono scesi in strada per fare i conti con l’esagitato il quale - si ritiene con ogni probabilità sotto effetto di stupefacenti - non si è minimamente calmato, anzi, li ha accolti sferrando calci e pugni. Per bloccarlo sono serviti i rinforzi.

I due carabinieri sono finiti in ospedale. Hanno riportato distorsioni e lividi, giudicati guaribili in una decina di giorni.

Il 24enne, invece, ieri è comparso in tribunale per la direttissima. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto i domiciliari. Poi ha aggiornato il processo al 20 giugno, accordando i termini a difesa chiesti dall’avvocato Nicola Fiorin. L’intenzione del legale è di procurarsi documentazione sanitaria che attesterebbe pregresse difficoltà di tipo psichiatrico del suo assistito.