Ragazza vessata in casa La madre rischia 3 anni

A processo anche il fratello e la cognata della giovane. La giovane fuggì raccontando. di vivere un inferno

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di Beatrice Raspa

Tre condanne a tre anni, di cui una - per la madre della parte offesa - a tre anni e due mesi. Sono le richieste formulate ieri ai giudici della seconda sezione penale - presidente, Roberto Spanò - dal pm Donato Greco al termine della sua requisitoria nell’ambito di un procedimento per presunti maltrattamenti domestici e lesioni ai danni di una ragazzina originaria del Pakistan, all’epoca appena quindicenne. Imputata è una famiglia di connazionali, mamma, fratello maggiore e cognata della giovane, di casa da molti anni nel Bresciano. La vicenda non è lineare, perché la ragazza, che a breve compirà diciotto anni, dopo essere stata in una struttura protetta è stata riaffidata dal tribunale dei minorenni ai familiari che adesso stanno affrontando il processo. I fatti da cui è scaturito il dibattimento risalgono al 2019. La ragazzina fuggì denunciando di vivere un inferno tra le mura domestiche per le violenze perpetrate dai parenti, che a suo dire le toglievano la libertà di vivere come le amiche e per tarparle le ali la prendevano a schiaffi, la punivano e malmenavano. In particolare il fratello, diventato il capofamiglia dopo la morte del padre, una volta le avrebbe tirato addosso un bicchiere in vetro, mentre le madre le avrebbe scottata di proposito investendola con una nuvola di vapore bollente del ferro da stiro. La situazione si era fatta così pesante che in un’occasione tentò pure di togliersi la vita bevendo detersivo. Accuse che la minore, ascoltata in sede di incidente probatorio durante le indagini, dettagliò per filo e per segno al magistrato. Comparsa ieri in aula, la parte offesa non ha però confermato le dichiarazioni accusatorie, sostenendo che anche l’ingestione di detersivo avvenne per “errore“. Una ritrattazione ritenuta non genuina dalla procura, che ha tenuto buone le prove dichiarative acquisite durante l’incidente probatorio e chiesto la condanna degli imputati. Al contrario per la difesa, rappresentata dall’avvocato Sergio Pezzucchi, la parte offesa ha raccontato molte bugie perché in piena ribellione adolescenziale e intollerante alle regole in generale. A riprova di questo, anche il fatto che la stessa per tre volte scappò dalla comunità protetta e tornò a casa, dove poi il tribunale l’ha riassegnata.