Omicidio Sana, indagate anche mamma e zia della ragazza pakistana

La giovane sarebbe morta per strangolamento. Intanto lo zio pterno è stato riemsso in libertà

 Sana Cheema

Sana Cheema

Brescia, 11 maggio 2018 - Svolta nell'omicidio di Sana Cheema, la 25enne residente a Brescia uccisa in Pakistan. Dopo la confessione del padre, fermato insieme figlio, sarebbero indagate anche la mamma e una zia della giovane. La notizia è stata riportata dal Giornale di Brescia, spiegando che il capo della polizia locale, quando ha riferito della confessione del padre, ha comunicato che tra gli indagati ci sono anche le due donne. Anche per questo, gli inquirenti hanno chiesto una proroga di 15 giorni delle indagini, in attesa del risultato di tutti gli esami sul corpo della giovane.

Intanto, lo zio paterno di Sana è stato rimesso in libertà. Mazhar Iqbal non c’entrerebbe con l’omicidio della 25enne, strangolata dal padre Mustafa Ghulam con l’aiuto del fratello trentenne Adnan per “onore”, per piegarla al rito delle nozze combinate. Iqbal era stato fermato tre settimane fa con fratello e nipote perché sospettato di aver partecipato materialmente all’omicidio e all’occultamento di cadavere della ragazza – sepoltura non autorizzata, secondo il codice penale pakistano, perché il corpo è stato interrato in fretta e furia – ma in base agli ultimi sviluppi non vi sarebbe prova del suo ruolo attivo nel delitto. Un delitto confessato dal padre, che se ne è preso tutta la responsabilità provando a scagionare i parenti, i quali la sera del 18 aprile, quando Sana è stata ammazzata, risultavano a casa sua, a Mangowal. Dove appunto la ragazza, che la notte seguente avrebbe dovuto prendere un aereo per tornare a Brescia dopo tre mesi di permanenza nel Paese d’origine, è stata assassinata. Strangolamento, ha decretato l’esito dell’autopsia, che ha esaminato i resti di Sana riesumati il 25 aprile. A dirlo c’è quell’osso ioide, tra laringe e mandibola, trovato completamente fuori asse.