Brescia, il ciclone-Covid è piombato anche sui rifiuti. La raccolta è crollata

Dal report dell'intera provincia emerge a sorpresa una diminuzione di circa 14mila tonnellate nell'arco dell'anno

Il coronavirus ha inciso anche sulla raccolta dei rifiuti

Il coronavirus ha inciso anche sulla raccolta dei rifiuti

Brescia - Produzione pro-capite di rifiuti in crescita nell’anno della pandemia, raccolta differenziata stabile, seppur frenata da alcuni vincoli normativi. È il quadro che emerge dal “Quaderno provinciale dei rifiuti 2021“ della Provincia di Brescia. Il totale dei rifiuti urbani prodotti sul territorio ha visto un calo di circa 14mila tonnellate nel 2020 rispetto al 2019, ma il quantitativo pro-capite è aumentato di 2,19 kg/abitante sul totale dei rifiuti urbani prodotti (da 517,68 kg del 2019 a 519,86 del 2020). Secondo l’analisi della Provincia, il dato è influenzato dalla diminuzione degli abitanti di circa 20mila unità, 10 volte tanto rispetto alla variazione 2019-2018 (anche per effetto della pandemia).

"Guardando alle singole frazioni, ci saremmo aspettati un calo importante dell’umido, visto che nel 2020 bar e ristoranti hanno avuto chiusure prolungate, mentre la percentuale è rimasta sostanzialmente invariata", ha spiegato il presidente Samuele Alghisi. Attualmente Brescia produce circa 85mila tonnellate di umido. "La frazione complessiva – sottolinea il presidente - è di poco inferiore alla capacità di trattamento che avremo nel tempo (si attende il nuovo impianto di A2A a Bedizzole, ndr). Stiamo puntando all’autosufficienza per questa specifica frazione". Costante la percentuale di raccolta differenziata, arrivata al 77,32%, sopra la media lombarda del 73,3%, anche se ci sono ancora 24 Comuni sotto l’obiettivo del 65% (erano 28 nel 2019).

Si tratta per lo più di Comuni che ancora non hanno attivato la raccolta FORSU, sotto i 1.500 abitanti dove la conformità del territorio è prevalentemente di tipo collinare-montuoso e con flussi turistici che comportano oneri elevati per il porta a porta. Per incentivare l’adozione di sistemi di raccolta puntuali, la Provincia aveva stanziato 100mila euro, ma ha poi dovuto chiudere il bando vista la scarsa adesione da parte dei Comuni, frenati anche dal cambio di normativa di Arera. Tra i più virtuosi c’è invece Acquafredda, sopra il 90% di differenziata; 93 Comuni hanno superato l’80% di differenziata, 10 in più rispetto al 2019.

«Credo che ci siano ancora margini di miglioramento – sottolinea Alghisi – abbiamo ancora la parcellizzazione locale dei gestori. Se il mercato riuscirà a creare aree omogenee, i costi si abbasseranno e avremo risultati più positivi".