L’ultimo rabdomante: "L'acqua? La sento. Ma contro il clima folle io non posso nulla"

Brescia, Egidio Ramanzini: da sessant’anni con la bacchetta

Egidio Ramanzini

Egidio Ramanzini

Brescia - Una bacchetta ricavata dal ramo di un olmo, sufficientemente flessibile per resistere alla torsione indotta dalla presenza dell’acqua. L’impugnatura sicura, con i pollici verso l’esterno per ‘chiudere’ il proprio "circuito elettrico". Ci si può credere o no, perché sulla rabdomanzia si è detto di tutto (la scienza non la riconosce), ma Egidio Ramanzini in 60 anni ha individuato 4-5mila vene d’acqua sotterranee, in Italia e all’estero. "Mi cercano soprattutto i privati, a volte in luoghi impossibili". Nel Bresciano è uno dei pochi, forsel’unico rabdomante. "Se dovessi indicare qualcun altro, non mi verrebbe in mente", conferma. Titolare del Frantoio Montecroce di Desenzano (60 ettari per 20mila piante affacciati sul Garda), ha iniziato a praticare la rabdomanzia da giovanissimo.

«Mio padre aveva venduto a un milanese un pezzo di terreno, ma non c’era acqua. Per un po’ ha usato la nostra, poi ingaggiò un rabdomante. Io avevo 6 o 7 anni, e, insieme a mia sorella, andai a vedere, perché ero curioso. Arrivò il fruttivendolo di Salò, chiamato ‘il moro’, insieme a Enrico Mattei. Pensavo fosse un gioco, invece l’acqua la trovò davvero. Qualche anno dopo andai a cercarlo per farmi insegnare il mestiere, ma scoprii che era morto. In compenso, la sua famiglia ogni tanto mi mandava chi cercava il rabdomante. E così ho iniziato, da autodidatta, tra studio ed esperienza. Ho letto tantissimo e mi sono convinto che ognuno fa da sé, non c’è una regola".

Ma quale sarebbe il meccanismo che porta a sentire l’acqua con un bastoncino? "È semplice, non c’entrano poteri occulti. Tutto si basa sull’elettricità prodotta dal movimento dell’acqua". Quando l’energia del rabdomante entra in contatto con quella dell’acqua, il bastoncino ‘avvisa’ con uno stimolo. "C’è chi ha più o meno sensibilità, ma in teoria tutti potrebbero farlo". Altra cosa è il pendolo per la radiestesia, con cui Ramanzini ricostruisce profondità, temperatura, durezza dell’acqua. Oggi per la ricerca di acqua si usano i georadar, ma nei mesi estivi di siccità alcuni Comuni (non in Lombardia) hanno chiamato rabdomanti. "Ma c’è poco da fare, se l’acqua manca sui ghiacciai, a valle non c’è".