Non puliscono le strade, profughi cacciati

La decisione di un sindaco nel Bresciano: rifiutano di lavorare, via 22 giovani

Alcuni profughi

Alcuni profughi

Brescia, 13 luglio 2018 - I richiedenti asilo non collaborano? Allora se ne vadano e lascino il posto ad altri. Accade a Zone, paese con un migliaio di residenti sui monti del lago d’Iseo, dove il sindaco Marco Zatti, esasperato dal comportamento dei profughi ospitati nell’ex albergo la Lucciola, ha chiesto e ottenuto dal Prefetto di Brescia, Annunziato Vardè, di trasferirli. Nelle scorse ore i 22 giovani tra i 18 e i 25 anni sono stati condotti in un centro accoglienza, da dove saranno smistati altrove. Il rifiuto di svolgere lavori di pulizia di un sentiero è stato l’elemento scatenante, ma in realtà a provocare malumori tra la gente sono stati vari episodi accaduti nel tempo, da quando quattro anni fa sono arrivati a Zone i primi stranieri, che si sono più volte avvicendati tra loro. Di recente i carabinieri di Marone e di Chiari sono intervenuti per sedare le liti interne e le proteste del gruppo, ultima quella relativa all’allontanamento di un giovane clandestino. A far traboccare il vaso della sopportazione è stato il 15 giugno il fatto che nessuno degli ospiti avesse accettato di dare una mano nella pulizia del sentiero delle Piramidi. Da ciò la richiesta di allontanamento.

«A me dispiace sul piano umano, perché questo provvedimento può avere il sapore di una punizione – sottolinea Marco Zatti – ma non si poteva transigere sul versante dell’autorevolezza. Ne arriveranno altri di profughi. Si riparte da zero. E spero che con il nuovo gruppo, magari formato da un numero inferiore di persone, come ho chiesto al prefetto si instauri un clima di recirpoca collaborazione». A criticare la cacciata dei profuhi sono i consiglieri leghisti, che a Zone sono all’opposizione: «Facile ora rivolgersi allo Stato – dice il segretario locale della Lega , Roberto Almici – Quattro anni fa, quando noi manifestammo contro l’arrivo dei richiedenti asilo, il sindaco non c’era. Siamo sempre stati contrari e sottolineiamo ancora l’inopportunità di ospitare questi ragazzi in paese, perché troppi rispetto alla popolazione. Del sindaco condividiamo solo il senso di disagio. Non è però corretto sostituire 24 persone con altre persone: non sono pacchi, ma esseri umani e come tali vanno rispettati. Forse la cooperativa tramite cui sono arrivati e il Comune avrebbero dovuto fare di più per far loro comprendere l’importanza di integrarsi. Troppo facile ora cacciarli via perché non piacciono». Ma l’onorevole padano Paolo Grimoldi non la pensa così: dalla sua pagina Facebook si è infatti complimentato con il sindaco.