Trovata morta a Prevalle: Jessica, su un cuscino le tracce dell’omicidio

Nuovi accertamenti del Ris di Parma. Sottoposto a prelievo salivare il 23enne indagato insieme al vicino di casa

Il ritrovamento del corpo

Il ritrovamento del corpo

Brescia, 13 giugno 2020 - Ris di Parma ancora in campo ieri per risolvere il giallo di Jessica Mantovani, la 37enne di Villanuova sul Clisi trovata morta esattamente un anno fa (era il 13 giugno 2019) nel canale di scolo della centrale idroelettica Dwk a Prevalle. Ieri gli esperti dell’Arma hanno sottoposto a prelievo salivare Marco Zocca, 23enne di Prevalle, indagato con il vicino di casa Giancarlo Bresciani, 50 anni, di omicidio e occultamento di cadavere. Nelle scorse settimane, infatti, proprio i Ris avevano accertato che le numerose tracce ematiche “accese“ dal Luminol a casa di Bresciani, dove Jessica aveva trascorso l’ultima sera da viva, sono riconducibili alla vittima. 

Ma non solo a lei: i reperti biologici presenterebbero un profilo genetico misto, in parte appunto di Jessica e in parte di un soggetto maschile che mostrerebbe familiarità con il dna isolato sulla Fiat Panda in uso a Zocca. L’ipotesi però ha bisogno del suggello della scienza: il tampone del giovane nei prossimi giorni sarà comparato con le sequenze genetiche isolate. C’è di più: sangue della donna mescolato allo stesso profilo maschile è stato trovato su un cuscino ripescato nella vasca di scolo del canale, a poca distanza dal cadavere. Anche in questo caso servirà la comparazione e l’esito potrebbe essere una chiave di volta per le indagini.

"Jessica aveva il ciclo" si era giustificato Bresciani in merito alle numerose chiazze ematiche repertate a casa sua: su una parete della camera da letto, un materasso, una coperta e un divano. Gli accertamenti però smentiscono l’origine mestruale del sangue. Sono forse le conseguenze di un violento pestaggio? L’autopsia ha evidenziato che la vittima aveva naso e due costole rotte e non è morta per annegamento. Stando a una consulenza della famiglia Mantovani, assistita dall’avvocato Marino Colosio, la povera Jessica è stata pestata e scaricata già esanime nel fiume. Dipendente dalla cocaina, la donna alle 20,30 del 12 giugno aveva chiamato dal cellulare di Bresciani il padre perché la andasse a prendere. Poi di lei non si è più saputo nulla. Il sospetto di chi indaga è che in quell’abitazione vi fosse anche Zocca, il quale ha negato di conoscere la vittima, ma dall’esame dei tabulati risulta abbia chiamato a casa sua 59 volte in poco più di un mese. Le telefonate si interrompono proprio quando Jessica scompare. E dal suo telefonino sono stati cancellati 14 sms con Bresciani (poi recuperati) in cui i due uomini parlavano della 37enne.