La voce della mamma per i bimbi prematuri

Gli ospedali di Desenzano e Gavardo si dotano del “Mami voice“, due dispositivi che diffondono messaggi nelle culle pediatriche

La consegna di uno dei due dispositivi presso l’ospedale di Desenzano del Garda

La consegna di uno dei due dispositivi presso l’ospedale di Desenzano del Garda

Desenzano (Brescia), 5 dicembre 2019 - Cullati dalla voce materna anche all’interno dell’incubatrice. Le pediatrie di Desenzano e Gavardo sono state dotate di due dispositivi ‘Mami Voice’ che permettono ai bambini nati prematuri di ascoltare la voce della mamma anche se non è accanto a loro. Una vera e propria terapia per i piccoli nati pretermine, che, più degli altri, subiscono il dramma del distacco dalla madre. Tramite i dispositivi Mami Voice, invece, è possibile far giungere ai neonati il suono e le vibrazioni della voce materna all’interno della termoculla senza introdurre apparecchiature, senza intralciare il lavoro del personale medico e infermieristico e senza la creazione di campi elettrici o elettromagnetici che risulterebbero dannosi.

Le apparecchiature sono state donate dalla Fondazione UBI Banco di Brescia, presieduta da Pierfrancesco Rampinelli Rota, che, dopo aver raccolto la segnalazione dell’Associazione Aps Mami Voice di Brescia e, dopo aver verificato la validità ed efficacia del sistema ed il rispetto delle finalità statutarie, ha erogato il contributo di 10mila euro. «Ringrazio la Fondazione UBI Banco di Brescia e il presidente dell’associazione Aps Mami Voice Alfredo Bigogno – dichiara il direttore generale Carmelo Scarcella – per questa donazione che ci consente di dotare le pediatrie di Desenzano e Gavardo di due apparecchiature innovative utili per ottimizzare le cure del neonato pretermine, garantendogli la continuità del contatto con la mamma anche all’interno dell’incubatrice, fondamentale per assicurare un adeguato sviluppo neuro comportamentale».

È infatti dimostrato che la diffusione della voce della mamma è di grande aiuto per ridurre lo stress e la percezione del dolore nel piccolo durante le necessarie pratiche sanitarie creando un ambiente che il neonato percepisce più sicuro. Ma come funziona il sistema? La mamma, ma se lo desiderano anche il papà, i fratellini o i nonni, possono registrare la propria voce comodamente a casa, con uno smarthphone o un tablet tramite la app dedicata. Il file viene poi scaricato su una chiavetta usb e, tramite il dispositivo Mami Voice applicato all’incubatrice, vengono diffusi il suono e le vibrazioni della voce all’interno del nuovo ambiente di vita del piccolo.

Nato in Sardegna nel 2005, solo nel 2013 è stato sperimentato in un reparto di terapia intensiva neonatale con ottimi risultati pubblicati sulla rivista scientifica Acta Paediatrica; ad oggi è già in uso in diversi ospedali, tra cui gli Spedali Civili di Brescia (dove è avvenuta la sperimentazione) e al San Raffaele di Milano. «Il sistema Mami Voice – sottolinea Donatella Cattarelli, direttore dell’unità operativa di pediatria Desenzano e Gavardo – ha una funzione di supporto alla ‘care’, riducendo la distanza con i genitori che, in questa prima fase della vita del loro bambino nato prematuro è inevitabile, permettendo la fisiologica stimolazione sensoriale attraverso la voce della mamma».