Polmonite, a Montichiari nasce un comitato: "Vogliamo la verità"

Si chiama “Comitato per la salute pubblica – la corsa per la vita”

Nei casi più gravi di polmonite è necessario il ricovero in ospedale

Nei casi più gravi di polmonite è necessario il ricovero in ospedale

Montichiari (Brescia), 6 ottobre 2018 - Discariche, fanghi di depurazione, sversamenti illeciti, e ora pure una epidemia di polmonite senza precedenti nel mondo. Nella Bassa bresciana, terra martoriata da inquinamento, puzze mefitiche e malattie, è nato un nuovo comitato di cittadini che si ribellano e vogliono «giustizia e verità». Si chiama “Comitato per la salute pubblica – la corsa per la vita”, e la prima riunione sarà martedì 9 ottobre nella sala per i giovani del Comune di Montichiari, che ha dato il patrocinio all’iniziativa. Anima del progetto è Carmine Piccolo, 57 anni, insegnante al Pascal di Manerbio.

Originario di Napoli ma naturalizzato bresciano – è di casa a Ghedi – Carmine Piccolo qualche anno fa ha perso la moglie, che lavorava in ospedale a Montichiari, morta in 9 mesi di leucemia. Da allora il prof., che è maratoneta, corre per l’Italia sensibilizzando le amministrazioni sulla correlazione tra veleni ambientali e patologie.

«Sono la voce delle persone che voce non ne hanno più – racconta lui – Il nuovo comitato sarà superpartes, apolitico, privo di finanziamenti. Nasce a Montichiari perché qui ci sono 172 discariche, dieci volte peggio della Terra di fuochi, ma ci occupiamo di una situazione allarmante che riguarda tutta la Bassa e l’Alto mantovano, dove si sono registrati 600 casi di polmonite. L’obiettivo è chiedere giustizia e verità. Perché l’epidemia è solo un’avvisaglia di quel che succederà più avanti». Il tam-tam di Carmine Piccolo, noto per la sue maratone etiche in maglietta gialla (in due anni ha percorso trentamila chilometri) e il suo impegno al tavolo Basta veleni sta catalizzando adesioni.

«Martedì ci saranno una trentina di persone guarite dalla polmonite – dice - Ma ci sostengono anche cittadini che non possono partecipare. Vogliamo fare pressioni sulle istituzioni perché è il sistema a esser malato, il contrario dell’ecosostenibilità. L’epidemia non nasce solo dalle torri di raffreddamento delle industrie. C’è il business dei fanghi di depurazione, il Chiese pattumiera e senza deflusso minimo vitale. Un mix di veleni che con il caldo ha generato una bomba di cui iniziamo ora a pagare le conseguenze».