Legionella, la colpa è delle industrie

Rebus risolto nel Bresciano: positivi i campioni su quattro torri di raffreddamento nelle fabbriche. "Ma ha influito anche il clima"

L'assessore Giulio Gallera

L'assessore Giulio Gallera

Brescia, 18 settembre 2018 -Un mix straordinario di pioggia e temperature elevate, unito alla forza propulsiva delle torri di raffreddamento e dei venti. Sarebbe l’insieme di questi fattori ad aver scatenato l’ondata anomala di polmoniti e legionella in un fazzoletto di terra della bassa bresciana e in parte dell’alto mantovano. Dalle prime analisi è emerso che il batterio si è formato nelle torri di raffreddamento di quattro aziende tra Calvisano, Carpenedolo e Montichiari, dove si sono concentrati i campionamenti di Ats Brescia. 

Non è escluso che situazioni analoghe si trovino in impianti di comuni limitrofi, in cui saranno avviati ulteriori campionamenti. Di fatto, su 10 campionamenti in torri di raffreddamento, 9 sono risultati positivi a legionella. Nulla è stato rilevato nell’acquedotto (zero positività su 61 campioni), mentre qualcosa è stato rilevato in utenze private, dovuto però a inefficienze nella manutenzione. Scagionato anche il fiume Chiese, dove il batterio era sì presente (7 campioni su 18), ma non si sarebbe potuto diffondere perché il sistema di irrigazione non ha pescato acqua da lì. Resta da capire come si sia potuto sviluppare il batterio della legionella, quasi in contemporanea, in impianti vicini tra loro, e che, a detta delle aziende, sono sottoposti a manutenzione (in un caso erano addirittura nuovi). «In realtà – ha chiarito Carmelo Scarcella, direttore generale Ats di Brescia – se dovessimo controllare tutte le torri di raffreddamento della provincia, probabilmente troveremmo una situazione sovrapponibile».

L'acqua stagnante dopo le piogge di inizio agosto e poi le alte temperature potrebbero aver fatto proliferare il batterio. Rispetto ad altre zone, però, nella bassa bresciana ci sarebbe stato il fattore vento a diffonderlo, portando, in un paio di settimane, a 405 accessi al Pronto soccorso, circa 200 ricoveri, 42 diagnosi di legionella, un decesso accertato. Per confermare l’ipotesi del meteo, si attendono i dati di Arpa e Aeronautica militare di Ghedi, per capire se le emissioni delle torri possano aver assunto direzioni compatibili con i contagi. Nelle aziende interessate sono stati avviati anche controlli sui lavoratori.

«Non c'è nessun problema nell’acqua potabile – ha rassicurato l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera – e il Chiese non è il vettore. Le condizioni climatiche hanno reso questo batterio più presente e aggressivo». Alla luce del caso bresciano e di Bresso, Gallera ha annunciato che la Regione prenderà, già entro fine anno, un provvedimento per il monitoraggio delle torri di raffreddamento e una norma che imponga la sanificazione costante (ad oggi non c’è l’obbligo). «Se si modifica l’ambiente – conclude Scarcella - sta anche a noi aiutare le aziende a percorrere una nuova via»