Brescia, la pista d'atletica? "Intitolatela a Gabre Gabric"

Petizione online per vedere realizzato l’omaggio a una grandissima atleta che ha partecipato alle Olimpiadi di Berlino

Gabre Gabric Calvesi con Giovanni Malagò

Gabre Gabric Calvesi e Malagò,Scuola Calini la scuola incontra lo sport,a Brescia 17-10-2014. Brescia. Ph Fotolive Corinna Alabiso

Brescia, 21 gennaio 2020 -   Il nuovo campo d’atletica di Sanpolino? Sono più di 550 le persone che hanno firmato la petizione per intitolarla a Gabre Gabric Calvesi . Tanti i bresciani che anche nelle ultime ore stanno allungando l’elenco dei firmatari sulla piattaforma Avaaz. "Discobola olimpica che nel 1950 con il marito Sandro Calvesi fonda l’Atletica Brescia – si legge nella presentazione di Gabre – oltre ad un’intensa attività sportiva e giornalistica si dedica anche all’insegnamento dell’educazione fisica ed avvia allo sport migliaia di giovani. Mirabile esempio di impegno ed entusiasmo per il mondo dello sport e dell’atletica leggera". Destinatario della petizione è il Comune di Brescia che, in questi anni, non ha mancato di rendere omaggio all’atleta, celebrando in Loggia i 100 anni e poi inserendola tra i cittadini illustri ricordati nel Famedio dopo la morte avvenuta nel 2015.

Una vita straordinaria, quella di Gabre. Quando nasce, la sua Croazia fa parte dell’Impero Austro-ungarico, sotto lo scettro di Francesco Giuseppe. Ha solo nove anni quando approda negli Stati Uniti con il padre Martin, ex ufficiale. E’ il 1923 e i Gabric vivono a Chicago, nell’Illinois. Il padre la chiama Gabre in onore a Gabriele D’Annunzio. Nel 1932 tornano in Dalmazia e si stabiliscono a Zara, che in quei tempi era territorio italiano. In questo periodo Gabre sviluppa la passione per lo sport, già coltivata negli anni americani. Con i fratelli Missoni pratica canottaggio, nuoto, tennis e poi, dal 1934, l’atletica leggera. Si qualifica al decimo posto nel lancio del disco alle Olimpiadi di Berlino dove, nel 1936, fa parte della squadra azzurra, e sesta agli Europei di Vienna 1938.

La guerra interrompe l’attività agonistica, che riprenderà in età avanzata gareggiando nella categoria Master, conquistando svariati titoli mondiali ed europei nel lancio del disco, nel getto del peso e nel tiro del giavellotto. Nel 1950 con il marito Alessandro Calvesi, nativo di Cigole, grande allenatore degli ostacolisti azzurri, fonda l’Atletica Brescia, punto di riferimento nazionale ed europeo per il settore ostacoli. Tra i suoi allievi Eddy Ottoz, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Città del Messico 1968. Proprio per l’impegno dell’avviare allo sport migliaia di giovani, ora sono in tanti a chiedere che sia dedicato a lei il nuovo stadio dell’atletica.

"La mia grandissima nonna se lo merita in pieno – scrive Umberta Gnutti Beretta – e sarebbe anche la prima donna in Italia alla quale viene intitolato un impianto sportivo". Sulla strada della ‘richiesta popolare’ c’è però l’ipotesi accreditata di dedicare la nuova pista a Luigi Paterlini, velocista bresciano 7 volte campione italiano tra 400 piani e ad ostacoli ma anche argento agli Europei di Oslo e finalista a Londra nel 1948, unico bresciano ad essere riuscito ad arrivare ad una finale olimpica.

La decisione finale spetterà alla Loggia, che valuterà l’intitolazione dopo la fine dei lavori del campo di Sanpolino, ad aprile. Se ‘vincesse’ Gabre, tuttavia, Brescia potrebbe fregiarsi di un altro primato, perché sarebbe il primo caso di una città con ben due campi di atletica intitolati rispettivamente a due coniugi. Di pari passo a quello di Sanpolino, infatti, prosegue la bonifica del campo di via Morosini, quello del record di Sara Simeoni, che è intitolato proprio a Sandro Calvesi, marito di Gabre.