Piccolo coleottero grande minaccia

Allarme per il bostrico che dilaga causando la morte dell’abete

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di Federica Pacella

Metamorfosi del paesaggio che cambia in funzione (e in conseguenza) dei cambiamenti climatici: abeti rossi sopra i 1500 metri, latifoglie sotto quell’altezza. Sarà questo il paesaggio che si profila per i prossimi decenni in Val Camonica, dove l’abete rosso oggi dominante è destinato ad essere sostituito da salicone, maggiociondolo, acero, forse frassino, per colpa principalmente del bostrico tipografo. Il piccolo coleottero, naturalmente presente nei boschi di abete rosso dell’arco alpino, sta ormai dilagando, causando la morte delle piante. I cambiamenti climatici hanno creato le condizioni perfette per farlo proliferare. Prima la tempesta Vaia del 2018 che, solo in Val Camonica, ha lasciato a terra 300mila mc di legname (850 gli ettari di superfici forestali con danno totale) creando l’ambiente per la riproduzione; le alte temperature, l’assenza di neve e la siccità primaverile hanno fatto il resto.

"Nei prossimi anni - spiega Enzo Bona, botanico, intervenuto in un incontro organizzato a Ponte di Legno sul futuro dei boschi - non saremo più in grado di permetterci di avere boschi di abete rosso sotto certe quote. Il bosco si sta riprendendo in modo diverso, con latifoglie. Che fare ora? Aspettare la sostituzione naturale o intervenire? Se fossimo in Amazzonia, direi di lasciare che la natura faccia il suo corso. Ma siamo in Val Camonica e queste piante fanno parte del nostro territorio". Meglio, quindi, accompagnare la transizione. Il costo del contenimento del bostrico in Val Camonica, nel 2020, era stato stimato in 2,3 milioni di euro, ma nella programmazione regionale ne sono stati concessi solo 280mila, usati per il monitoraggio e per creare delle cataste esca, che hanno in effetti consentito di ridurre l’indice di popolazione. L’assenza di ulteriori finanziamenti e le temperature del 2021-‘22 hanno rallentato questo processo. Quest’anno si è aggiunta anche un’ulteriore minaccia: l’Ips duplicatus, un bostrico arrivato dalla Scandinavia. In queste settimane è in corso il monitoraggio (anche in Val Sabbia, tra Pertica Alta e Bassa, sono state collocate delle trappole). "Le trappole servono per monitorare l’indice della popolazione, non sono la soluzione", spiega Alessandro Ducoli, tecnico forestale della Comunità montana Val Camonica – Parco Adamello. "Quanto alle latifoglie – conclude Ducoli – possono esser un’opportunità sul fronte ecologico".