Lo Stato sarà parte civile al processo sulla strage di piazza della Loggia a Brescia

Il gesto terroristico di matrice neofascista fu compiuto il 28 maggio 1974, Roberto Zorzi e Marco Toffaloni gli imputati per la strage

Il flashmob dello scorso agosto in piazza della Loggia a Brescia

Il flashmob dello scorso agosto in piazza della Loggia a Brescia

Brescia - Lo Stato sarà parte civile nel processo sulla strage di piazza della Loggia a Brescia. “La Presidenza del Consiglio non ha ricevuto nessun avviso riguardante la fissazione dell’udienza preliminare del processo a carico di Roberto Zorzi e Marco Toffaloni, imputati per la strage di piazza della Loggia Brescia. Per questo, l`Avvocatura dello Stato, su mandato della stessa Presidenza del Consiglio, chiederà al Gup di Brescia la rimessione in termini ai fini della costituzione di parte civile, che seguirà non appena la rimessione sarà concessa”. È quanto dichiara il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

“Palazzo Chigi - aveva detto in mattinata Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione - non si costituisce parte civile nel processo sulla strage di Piazza della Loggia a Brescia. Non sappiamo se si tratta di una dimenticanza o di una scelta consapevole, ad ogni modo il governo deve fare chiarezza subito. Lo faccia per Brescia, per le famiglie delle vittime e per tutti i bresciani. La strage del 28 maggio 1974 è una ferita che non si rimargina".

Anche l’esponente democratico ed ex deputato Pd, Emanuele Fiano aveva attaccato su facebook: “Il governo italiano non si costituisce parte civile al nuovo processo per la strage di piazza Della Loggia contro Zorzi e Toffaloni. Lo apprendiamo dalle prime battute dell’udienza preliminare, gli indagati non sono presenti in aula. Oltre alle famiglie delle vittime, si sono costituiti parte civile il Comune di Brescia e le sigle sindacali che avevano indetto la manifestazione il 28 maggio 1974. Che vergogna Palazzo Chigi, che vergogna”.

La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico di matrice neofascista compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista. L’attentato provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102. Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi, vennero riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo.

Quali esecutori materiali vennero riconosciuti Maurizio Tramonte (condannato in appello, in qualità di “fonte Tritone” dei Servizi Segreti Italiani), assieme ai già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (il quale ha trasportato l’ordigno). Come mandante è stato condannato, in appello, il dirigente ordinovista Carlo Maria Maggi. Gli altri imputati, tra cui Delfo Zorzi, il generale Francesco Delfino e l’ex segretario del Msi e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo Pino Rauti, furono assolti.

È considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).