Brescia, 33enne pestato a sangue fuori dalla discoteca: ora è disabile

Parola al perito per le botte fuori dal Number One. Vittima un uomo di Brembate che ha subito danni permanenti

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Una perizia che accerti la “natura“ e “l’entità” delle lesioni riportate dalla parte offesa, la “dinamica” dell’aggressione, eventuali concause della stessa e durata della malattia. L’ha disposta il gup Angela Corvi relativamente alla vicenda di cui è rimasto vittima Carlo Ferrandi, il 33enne di Brembate (Bg) lo scorso autunno pestato a sangue all’uscita della discoteca Number One di Cortefranca per una lite stradale. Ieri l’affidamento in aula alla presenza delle parti dell’incarico. Per la violenza, risalente alla notte tra il 7 e l’8 novembre 2021, Ferrandi ha riportato lesioni cerebrali permanenti. A provocargliele, ritiene il pm Alessio Berbardi, è stato Giancarlo Gramendola, 22 anni, di Calusco (Bg), arrestato per tentato omicidio. Nei confronti del giovane le scorse settimane si è aperta l’udienza preliminare e a breve inizierà il processo in abbreviato. Su sollecitazione della difesa, il giudice ha però ritenuto opportuno disporre preliminarmente un approfondimento sulla situazione clinica di Ferrandi, rimasto in coma per mesi e ora alle prese con danni permanenti, ma anche su alcuni aspetti di quella notte di follia. Stando infatti all’avvocato Giuseppe Consentino, che assiste l’imputato, le lesioni del 33enne potrebbero essere state provocate in gran parte dalla sua caduta a terra durante la colluttazione, e non inferte direttamente dal suo assistito. Questo potrebbe alleggerire la posizione di Gramendola. Non solo: la difesa proverà a ottenere l’attenuante della provocazione. Trascorso il sabato sera in discoteca con la fidanzata, Ferrandi all’alba sulla via del rientro aveva accostato l’auto per un bisogno fisiologico. La manovra aveva provocato un banale tamponamento nonché l’ira dell’imputato, che pure non era rimasto coinvolto direttamente dall’incidente. "La sua reazione è frutto di una minaccia da parte di Ferrandi - spiega l’avvocato Consentino -. In un video lo si vede chiaramente mimare con una mano il gesto della pistola". Il perito avrà tempo fino al 20 febbraio per rispondere ai quesiti.

Beatrice Raspa