Palpeggia e bacia minorenne sul treno. L'incredibile difesa: "Volevo solo chiacchierare"

Pensionato condannato: aveva adocchiato la giovane in stazione e l'ha seguita sul convoglio. Poi gli abusi

I carabinieri sono intervenuti su richiesta del capotreno (Archivio)

I carabinieri sono intervenuti su richiesta del capotreno (Archivio)

Brescia - Tre anni e due mesi. Questa la condanna inflitta a un pensionato della Bassa, un 65enne finito a processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata per avere molestato una minorenne adocchiata alla stazione, seguita sul treno e poi pesantemente importunata. La vicenda risale alla sera del 3 giugno 2021 e si era consumata sul regionale Brescia-Parma.

Stando alla ricostruzione del pm Antonio Bassolino, che aveva chiesto la medesima pena poi inflitta, l’uomo aveva preso di mira la giovane passeggera, all’epoca 17 anni, di Casalmaggiore (Parma), alla stazione di Ghedi. Una volta a bordo il molestatore si sarebbe seduto accanto alla ragazzina, le avrebbe infilato la mano tra le cosce, afferrandola per il collo e baciandola sulla bocca.

A interrompere la scena e a salvare la minorenne, è stato il capotreno avvertito da altri passeggeri, che poi ha chiamato i carabinieri. Sentito in aula la scorsa udienza, l’imputato, finito in manette qualche tempo dopo in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare e poi a giudizio in abbreviato, aveva reso una deposizione contraddittoria. "L’ho avvicinata solo per chiederle una sigaretta e le ho solo fatto dei complimenti dicendole che era una bella ragazza – aveva dichiarato il sessantenne –. Poi sul treno mi sono seduto vicino a lei solo per chiacchierare. Sì, le ho messo una mano sulla coscia, ma non è successo niente".

Invitato dal sostituto procuratore a esprimersi su quanto dichiarato dalla vittima, dichiarazioni dal contenuto opposto - lo sconosciuto l’avrebbe afferrata per il collo costringendola a subire appunto un bacio - il 65enne aveva dapprima negato e poi ammesso. "A un certo punto il controllore è arrivato e le ha detto di andare di là con lui. Io so solo che sul treno erano presenti dei ragazzi marocchini che mi hanno insultato e picchiato, e sono stato io a chiamare i carabinieri". I giudici - presidente Carlo Ernesto Macca - non gli hanno concesso attenuanti.