Brescia, pakistana uccisa da padre e fratello: "Ha pagato la voglia di libertà"

La città dove viveva e lavorava è sgomenta per la sorte della 25enne

Sana Cheema

Sana Cheema

Brescia, 22 aprile 2018 - La morte della ragazza di origini pakistane, Sana Cheema, per mano del fratello e del padre, perché voleva sottrarsi a un matrimonio combinato in patria e sposare un italiano, ha colpito al cuore la città dove la 25enne si stava costruendo il suo futuro, fatto di studio e di lavoro. Oggi in centro, in piazza Rovetta, ci sarà una manifestazione organizzata proprio dalle comunità pakistane presenti sul territorio bresciano.

Le reazioni nel mondo politico non si sono fatte attendere. «Questa ragazza pakistana era di fatto una donna bresciana come me e lavorava a poche centinaia di metri da casa mia, in via Milano – dichiara il consigliere regionale Viviana Beccalossi sulla sua pagina di Facebook –. Qui aveva studiato e trovato lavoro. Forse per questo aveva creduto di poter sposare l’uomo che amava, ma non aveva fatto i conti con la sua ‘cultura’ d’origine... Così è stata scannata come un agnello dal padre e dal fratello. Tolleranza zero contro queste bestialità da Medioevo!».

Di parere simile è Anna Maria Gandolfi, consigliera provinciale per le pari opportunità. «Dolore e tristezza per la tragica morte di questa ragazza – dice –. Dobbiamo essere uniti tutti per combattere contro i limiti di certe culture che privano le persone della loro dignità umana e della loro libertà di scegliere privandole addirittura della loro vita». Più incisivo il leghista Fabio Rolfi: «Sana, sgozzata dai familiari in Pakistan perché voleva vivere da occidentale – ha scritto sui social l’assessore regionale leghista –. Questa è la vera faccia dell’Islam, religione di odio, violenza e discriminazione».

Dura la presa di posizione di Paola Vilardi, candidata sindaco del centrodestra: «Fa paura pensare che chi ha commesso questa barbarie avesse ottenuto la cittadinanza italiana. Chi vuole integrarsi e condividere i valori fondamentali della nostra cultura è il benvenuto, gli altri devono sapere che Brescia non è e non sarà la loro casa». Rincara Mariastella Gelmini: «La storia di Sana mette i brividi: uccisa perché voleva solo essere libera di amare! Siamo di fronte, purtroppo, a una inciviltà razzista che condanniamo con fermezza in un Paese tollerante come l’Italia».

Gli amici italiani, sulla pagina Facebook della giovane, hanno espresso tristezza e cordoglio sottolineando che ha «pagato la sua voglia di libertà».