Brescia, pakistana morta a 25 anni: aperto un fascicolo

La Procura di Brescia attende notizie su quanto accaduto a Sana Cheema

Sana Cheema

Sana Cheema

Brescia, 24 aprile 2018 - «Un fascicolo per la morte di Sana Cheema è stato aperto sulla scorta delle notizie raccolte dalla stampa. Al momento è senza ipotesi di reato né indagati. Qualora dal Pakistan arrivasse la conferma che la morte della ragazza debba essere ricondotta a un omicidio la situazione potrebbe mutare. Per ora attendiamo il lavoro delle forze di polizia che stanno raccogliendo le informazioni».

Anche la magistratura bresciana si è dunque attivata per la vicenda della ragazza pachistana di 25 anni e cittadina italiana da pochi mesi morta nei giorni scorsi nel suo paese e il cui decesso è avvolto dal mistero. «È stata uccisa dal padre e dal fratello perché non voleva sottostare a un matrimonio combinato», sostengono alcuni amici della ragazza cresciuta tra Verolanuova e Brescia dove dopo avere lavorato in una autoscuola nel quartiere di Fiumicello aveva deciso di mettersi in proprio impartendo lezioni a connazionali (ma non solo) per prepararli all’esame teorico di guida. «Ha avuto un malore ed è morta mentre i parenti la portavano in ospedale» è invece la versione di chi all’interno della comunità pachistana che vive a Brescia non crede al delitto d’onore.

In un primo momento sembrava che il padre e il fratello fossero stati fermati per il delitto, dopo ore di mistero la notizia è stata smentita direttamente dal Pakistan. Il mistero però continua ad aleggiare intorno a questa vicenda Qualora venisse confermato l’omicidio la Procura di Brescia potrebbe entrare in campo ai sensi dell’articolo 10 del codice penale che punisce il delitto ai danni di un cittadino italiano in territorio straniero. «Deve però esserci la richiesta da parte del ministero della Giustizia – precisa il procuratore generale Pier Luigi Maria Dell’Osso – E soprattutto le persone ritenute responsabili devono trovarsi sul territorio nazionale. Questa è la condizione necessaria per fare scattare l’attività della magistratura italiana».

Nel frattempo in Pakistan le autorità vogliono fare chiarezza sulla vicenda. Al padre e allo zio di Sana è stato vietato di lasciare il Paese. A farlo sapere è Raza Asif, segretario nazionale della comunità pachistana in Italia: «La zona dove è stata sepolta la ragazza è sotto sequestro – aggiunge il responsabile dei pachistani intervenendo sulla vicenda che in breve è rimbalzata su tutti i media nazionali – Le autorità hanno disposto l’autopsia sul corpo della ragazza. Anche in Pakistan si vuole la verità».