Scala 4.0 agli Spedali Civili: polemica sul centro Covid

Brescia, i sindacati polemizzano su una struttura arrivata fuori tempo utile e sulla mancanza di infrastrutture moderne per diversi reparti

Da martedì sono attivi i primi due reparti del “blocco“ destinato al Covid

Da martedì sono attivi i primi due reparti del “blocco“ destinato al Covid

Brescia, 3 dicembre 2020 - "Altro che Scala 4.0, quello di cui abbiamo bisogno davvero è un ospedale almeno 2.0". A dirlo, i delegati Fp Cgil degli Spedali Civili di Brescia, coordinati da Annalisa Zampedri, in una lunga lettera aperta inviata alla stampa, ma rivolta al direttore generale di Asst Brescia, Massimo Lombardo, ed ispirata dall’apertura dei primi due reparti di Scala 4.0, il blocco Covid con 170 posti di sub-intensiva del Civile che, da martedì, si è reso disponibile per accogliere i pazienti. I rappresentanti dei lavoratori hanno ricordato di aver sempre avversato, sin dall’inizio, la scelta della Regione di accentrare i pazienti Covid dentro l’ospedale. Nella lettera si sottolinea che Scala 4 è arrivata fuori tempo massimo per la seconda ondata e che forse tornerà utile per la terza. "Molte delle domande che avevamo posto sono ancora senza risposta – una su tutte: con quali organici funzioneranno questi nuovi reparti? - e insistere ripetutamente su alcuni aspetti per minimizzare le criticità è tipico della pubblicità, non del confronto con il sindacato e con gli altri corpi sociali".

I delegati sottolineano di sentirsi "presi in giro" dal cartello 4.0 appeso all’ingresso, "noi che abbiamo ben presente quanti reparti 1.0 ci sono ancora nel nostro ospedale. L’ortopedia, la neuropsichiatria infantile, il pronto soccorso; alcuni CPS, ambulatori e punti prelievi sul territorio, o l’hangar dell’elisoccorso – solo per citarne alcuni. Per non parlare degli spogliatoi, dei bagni, del parcheggio dipendenti di Montichiari, della nuova dialisi di Gardone, delle comunicazioni aziendali che avvengono ancora per posta interna o per fax, quando da anni sollecitiamo la digitalizzazione della documentazione e l’informatizzazione armonica ed integrata delle procedure". Al riguardo va detto che è all’ordine del giorno un articolato piano di ristrutturazione di un ospedale che sconta le criticità delle strutture con parecchi decenni sulle spalle e che non è semplice riammodernare in breve tempo.

"Tutta la tecnologia più avanzata è niente – aggiungono i delegati Fp Cgil – se a farla funzionare per il bene dei nostri pazienti non ci sono i lavoratori (e non ci riferiamo solo ai sanitari). I lavoratori sono la principale e più importante risorsa di un servizio socio-sanitario, specialmente pubblico, e come tali meriterebbero di essere riconosciuti, aldilà delle affermazioni di rito, con seri e concreti progetti di assunzione e mobilità, di valorizzazione professionale ed economica (che non sono i bonus una tantum), di formazione e addestramento, di benessere organizzativo, di prevenzione e protezione, di tutela e supporto". La lettera si chiude con un appello: "I lavoratori, ed il sindacato per loro, sono disponibili al confronto ed alla partecipazione, ma se necessario anche alla mobilitazione".