Brescia, la procura ordina l’arresto di Bossi: "Offese il presidente Napolitano"

Ordine di carcerazione sospeso. Il legale: chiederemo i servizi sociali

Umberto Bossi

Umberto Bossi

Brescia, 27 settembre 2018 - Il 12 setttembre la corte di Cassazione ha definito inammissibile il suo ricorso confermando la condanna a un anno e 15 giorni di reclusione per vilipendio al presidente della Repubblica, ieri la procura generale di Brescia prendendo atto della decisione della suprema corte ha firmato un ordine di carcerazione nei confronti di Umberto Bossi.

Contestualmente all’atto firmato dal sostituto procuratore generale Gian Paolo Volpe il fondatore della Lega si è visto notificare anche un provvedimento di sospensione dell’ordine di esecuzione della pena. L'ex senatur ha ora 30 giorni di tempo per decidere come scontare la pena. La condanna definitiva si riferisce a quanto successe il 29 dicembre del 2011 ad Albino, in provincia di Bergamo. Quel giorno Bossi durante la festa provinciale del Carroccio, il Berghém Frecc, oltre che con il premier Mario Monti se la prese anche l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, insultandolo. «Abbiamo subìto anche il presidente della Repubblica che è venuto a riempirci di tricolori, sapendo che non piacciono alla gente del Nord. Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terun», disse lo storico leader della Lega chiudendo la sua invettiva con il gesto delle corna.

A denunciare Bossi erano stati privati cittadini indispettiti dall’attacco alla prima carica politica del Paese. Il tribunale di Bergamo il 22 settembre del 2015 in primo grado aveva condannato il «papà» del Carroccio a 18 mesi di reclusione. Nel gennaio di due anni fa la corte d’Appello di Brescia aveva ridotto la condanna per vilipendio al presidente della Repubblica a un anno e 15 giorni di reclusione. Due settimane fa la sentenza della Cassazione che ha reso definitivo il verdetto della Giustizia. Gli ermellini dichiarando inammissibile il ricorso avevano inoltre condannato Bossi anche a pagare le spese legali e a versare 2mila euro alla Cassa delle Ammende. Ieri la Procura generale di Brescia ha reso esecutiva la sentenza. Bossi entro un mese dovrà decidere a quale misura alternativa al carcere vorrà accedere. Diverse le possibilità: dalla detenzione domiciliare all’affidamento in prova ai servizi sociali fino alla semilibertà. Il legale del Senatùr, Domenico Mariani, ha fatto sapere che avanzerà la proposta di scontare la pena ai servizi sociali. L’esecuzione della pena sarà immediatamente attiva qualora l’ex leader del Carroccio non optasse per una delle pene alternative