Brescia, morto l’operaio travolto nel cantiere stradale

Era stato investito da un furgone, sbandato dopo l’impatto con un’auto

La polizia locale durante i rilievi

La polizia locale durante i rilievi

Brescia, 23 marzo 2018 - È morto a 24 ore dal terribile incidente stradale in cui è stato coinvolto Giovanni Spanu, l’operaio di 55 anni che l’altro ieri mattina attorno alle 12 a Brescia in via Apollonio è stato travolto da un furgone mentre lavorava all’interno di un cantiere di A2a che si trovava a margine della strada, regolarmente segnalato. I fatti sono accaduti nella mattinata di mercoledì 21, mentre Spanu stava effettuando alcune opere per conto dell’azienda. Ad un certo punto è arrivato un furgoncino bianco che è stato colpito da una Audi condotta da un anziano medico.

Secondo la prima ricostruzione dei fatti la macchina non ha rispettato lo stop che regola l’incrocio tra via Apollonio e via Cesaresco, finendo contro il furgoncino, che si è ribaltato finendo sul marciapiede, dove ha colpito lo sfortunato lavoratore, travolgendolo. Spanu, quando è stato colpito dal pesante veicolo, ha fatto un volo di diversi metri. Quando è caduto sull’asfalto ha sbattuto il capo e riportato diverse lesioni. I soccorritori che si sono presi cura di lui hanno immediatamente capito che la situazione era gravissima. Dopo averlo messo in sicurezza lo hanno condotto in ospedale in condizioni critiche.

Quello accaduto a Spanu è uno dei più gravi incidenti sul lavoro accaduto nel bresciano da inizio anno. I sindacati hanno immediatamente espresso il loro cordoglio e la loro preoccupazione. «Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Brescia esprimono la propria vicinanza alla famiglia dell’operaio - dicono in modo unitario le sigle sindacali- si tratta di un episodio tragico e drammatico che riporta l’attenzione sul tema della sicurezza in edilizia: settore che purtroppo continua ad avere il poco invidiabile record di infortuni rispetto ad altri comparti. Occorre vigilanza, ancor più se si tratta di cantieri pubblici o di società a partecipazione pubblica come in questo caso, e occorre uno sforzo condiviso per cercare soluzioni in grado di prevenire sempre più il numero di infortuni sul lavoro. Fare di più è possibile, sia in termini di formazione che di tutela delle condizioni di sicurezza dei lavoratori».