Variante Omicron, tracciamento a tappeto: "Potrebbe servire una quarta dose"

Il presidente della società italiana di virologia Arnaldo Caruso: "Evitiamo che la variante si diffonda"

Arnaldo Caruso, presidente della società italiana di virologia

Arnaldo Caruso, presidente della società italiana di virologia

Brescia, 28 novembre 2021 - "Tracciamento a tappeto, lavorando di fino, meglio di come è stato fatto fino ad ora, per evitare che la variante Omicron arrivi e si diffonda sul territorio nazionale". Questo l’imperativo urgente secondo Arnaldo Caruso, presidente della società italiana di virologia, ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di microbiologia dell’Asst Spedali Civili. Secondo i dati emersi in Sud Africa, Omicron sembra più contagiosa della Delta e pare che dia maggiore probabilità di reinfezione. Ancora da capire se è capace di “bucare“ la protezione immunitaria data dal vaccino. "Se gli anticorpi – spiega Caruso – formati a seguito della vaccinazione avevano mostrato un indebolimento rispetto alla prima variante sudafricana ed alla mu, oggi guardiamo con preoccupazione ad Omicron, perché è la sommatoria delle mutazioni che abbiamo conosciuto fino ad ora". I vaccini attualmente in uso sono formulati sulla base del virus di Wuhan. "Parliamo dell’inizio della storia di questo coronavirus – evidenzia Caruso – tanto che i produttori hanno annunciato un aggiornamento del vaccino, che dovrebbe essere pronto, almeno per Pfizer, fra tre mesi. Forse doveva essere fatto prima". La nuova mutazione è la materializzazione dell’allerta lanciata da tempo dagli esperti, ovvero che se il virus continua a circolare nel mondo, a causa dei bassi tassi di vaccinazione, possono arrivare varianti potenzialmente più pericolose dell’originale. "Il virus si sta modificando perché gli stiamo permettendo di circolare indisturbato – sottolinea Caruso – queste non sono mutazioni indotte da vaccinazioni o farmaci, che normalmente indeboliscono i virus. Al contrario, il virus sta cercando ancora un’evoluzione rispetto alle sue potenzialità". In Lombardia ed in Italia, non è ancora stato individuato (lo conferma Caruso, ma anche Beatrice Boniotti, responsabile del laboratorio Covid dell’Istituto zooprofilattico di Brescia). "In Lombardia la quasi totalità è rappresentata dalla Delta. Speriamo che Omicron non buchi questa dominanza". Ora è fondamentale il tracciamento, per evitare focolai di Omicron, e la vaccinazione. Ma ha senso fare oggi la terza dose, se presumibilmente fra qualche mese bisognerà fare un vaccino anti-Omicron? "Oggi noi dobbiamo fronteggiare la Delta, da cui ci si protegge col vaccino. Quindi è assolutamente necessario fare la terza dose. Speriamo di poter evitare l’ingresso di Omicron con il tracciamento. Se andiamo invece verso una prossima stagione con la nuova variante, fare il richiamo con la quarta dose sarà da ipotizzare".