Strangola la moglie, poi s'impicca: "Troppe liti, è l’unica soluzione"

Lui 55 anni, lei 54. Da alcuni giorni non rispondevano alle chiamate dei figli in vacanza. In casa i cadaveri e due lettere

Sul posto i carabinieri

Sul posto i carabinieri

Cazzago San Martino (Brescia) - Omicidio suicidio a Cazzago San Martino, dove un uomo di 55 anni, Shkelqim Bedeli, ha prima ammazzato la moglie di 54 anni, Shegushe Paeshti, e poi si è impiccato a una ringhiera. I fatti sono accaduti nei giorni scorsi nella frazione di Calino, in una casa a due piani con cortiletto interno. L’uomo, di origini albanesi come la moglie, ha lasciato due lettere scritte con il computer: una indirizzata ai figli e l’altra alle autorità. Spiega che nella coppia si erano creati dei dissidi insanabili e che per lui l’unico modo di mettere fine alla situazione era la morte. Sarà l’autopsia a datare con esattezza il momento in cui il marito ha strangolato la moglie, sulle scale di casa, e quello in cui si è ucciso. Potrebbero essere passati alcuni giorni.

A scoprire i due corpi sono stati i vigili del fuoco di Brescia e i carabinieri di Gardone Valtrompia, con gli uomini della stazione di Cazzago San Martino. Sono intervenuti anche gli esperti della scientifica dell’Arma di Brescia. Ad avvisare che qualcosa a casa a Calino non andava sono stati, ieri in mattinata, i figli della coppia, in questo momento in ferie. Mamma e papà, infatti, non rispondevano alle loro telefonate da alcuni giorni. Per questo motivo i ragazzi si sono impensieriti e hanno deciso di chiedere aiuto al 112, che ha inviato sul posto le forze dell’ordine e i soccorritori di via Scuole. Nessuno, nonostante il caldo, ha sentito l’odore dei corpi in decomposizione, forse perché tutto è avvenuto in un’area interna all’abitazione, che non confina con altri appartamenti.

Nella parte affacciata sulla strada tutto era chiuso. Pare che la coppia avesse problemi ormai da diverso tempo. Le liti erano all’ordine del giorno, come spiegato da alcuni vicini, che spesso li sentivano discutere in albanese, senza capire cosa stessero dicendo. Nessuno ha comunque mai sospettato che ci fossero problemi gravi, né che il marito potesse avere dei segni di squilibrio. I tre figli hanno deciso di rientrare dalle vacanze immediatamente, purtroppo solo per constatare la morte dei genitori. La signora era impiegata in un’azienda ad Erbusco. Il marito lavorava come fabbro. Entrambi erano molto apprezzati sia dai colleghi sia dai vicini di Calino, dove vivevano da circa 15 anni e dove erano ottimamente integrati.