Fumo di evasione dal forno di Frank: la Finanza sequestra un altro tesoretto

Dal delitto a oggi spuntati oltre 800mila € in buste divise per mese di LUCA DEGL'INNOCENTI

Francesco Seramondi, 65 anni, e la consorte  Giovanna  Ferrari, di due anni più giovane

Francesco Seramondi, 65 anni, e la consorte Giovanna Ferrari, di due anni più giovane

Brescia, 5 gennaio 2016 - Il bianco della farina per creare prodotti da forno, il rosso del sangue di un atroce duplice delitto, il nero dell’evasione fiscale. Sta in questo tricolore la sintesi dell’inchiesta sull’omicidio, lo scorso 11 agosto, dei coniugi Seramondi: Giovanna Ferrari e Franco, Frank, il fornaio della notte. Quattro le persone finite in manette: due rei confessi (gli autori materiali), due i fiancheggiatori.

L’altro giorno la Guardia di Finanza di Brescia, guidata dal colonnello Giuseppe Arbore, ha messo sotto sequestro denaro per 197mila euro. Somma che si è aggiunta ai 630mila, sempre in contanti e sequestrati a dicembre, ritrovati appena dopo il delitto nelle disponibilità delle due vittime, di uno dei figli e di un dipendente (questi ultimi due risultano essere indagati in ordine al reato di riciclaggio). 

Un tesoro di vastissime proporzioni che, secondo inquirenti e investigatori, sono il frutto di sottrazione all’imposizione fiscale. Nero, insomma, per 844mila euro costruito banconota su banconota solamente nel periodo fiscale preso in considerazione: 2010-2015. Più indietro sarà difficile andare, ma, vista la condotta, non è difficile pensare che anche precedentemente sia stato attuato lo stesso comportamento. Durante le indagini gli inquirenti fugarono sin da subito gli spettri legati a usura o spaccio di droga (la Mandolossa, quartiere di Brescia in cui Frank aveva il punto vendita teatro dell’omidicio è noto per reati connessi agli stupefacenti) per concentrarsi su quelli della mega-evasione: la squadra Mobile di Brescia il giorno dopo il duplice delitto ha recuperato una grandissima quantità di denaro contante per lo più catalogato in buste da lettera con i mesi di riferimento vergati a mano.

Seguire i soldi: i finanzieri hanno così iniziato un laborioso percorso a ritroso analizzando e comparando il materiale fiscale ufficiale rinvenuto e le denunce dei redditi presentate con la contabilità parallela recuperata sia su agende sia dentro gli hard disk di computer sequestrati. Ne è così emerso che, a fronte di un reddito imponibile dichiarato di 250mila euro (in media, fra il 2010 e il 2014), sarebbero stati nascosti 100mila euro l’anno. Sempre secondo la ricostruzione dei finanzieri, sembrerebbe che un quarto degli incassi dell’attività, soprattutto durante le ore notturne quando i controlli sono meno frequenti, non venisse dichiarato e che anche i dipendenti fossero pagati in parte in nero.

Sul fronte dell’inchiesta sul duplice assassinio, il pm Valeria Bolici ha intanto chiuso le indagini per il duplice omicidio dell’11 agosto e per il tentato omicidio nei confronti di Arben Corri, il dipendente albanese dei Seramondi, vittima di un agguato la notte del primo luglio. Quattro le persone coinvolte nel duplice omicidio della Mandolossa. Si tratta del pachistano Muhammad Adnan e dei tre indiani Sarbjit Singh, Santokh “Viki” Singh e Gurgijt Singh. Nel ferimento a colpi di pistola di Corri sarebbero coinvolti Adnan, Sarbjit e Santokh Singh. Movente, pare, il successo di vendita di Frank rispetto al vicino concorrente pachistano.