Caso Bozzoli, porta al forno il contapassi del nipote

Marcheno, nuovo colpo di scena nel giallo senza fine della fonderia. Il percorso registrato dal telefono di Giacomo smentisce la sua ricostruzione

Il recente test del maialino bruciato in un forno per verificare la fumata bianca

Il recente test del maialino bruciato in un forno per verificare la fumata bianca

Marcheno (Brescia) - Il mistero della fonderia Bozzoli di Marcheno, da cui la sera dell’8 ottobre 2015 sparì uno dei titolari, Mario Bozzoli - sotto processo per omicidio pluriaggravato e distruzione di cadavere c’è il nipote, Giacomo, che si professa innocente - non cessa di riservare sorprese. Dopo il colpo di scena dell’esperimento giudiziale disposto dalla Corte d’assise, con il maialino gettato lo scorso 27 aprile nel forno della fonderia Gonzini di Provaglio d’Iseo per verificare la teorica fattibilità dell’eliminazione dell’imprenditore in uno dei suoi crogiuoli, ipotesi inizialmente scartata dai consulenti della pubblica accusa e ora tornata in auge, l’ultima novità è che la procura ha disposto un nuovo accertamento nella fabbrica di via Gitti.

Un sopralluogo per verificare la veridicità dei movimenti dichiarati dall’imputato in aula, nella manciata di minuti ritenuta cruciale per l’omicidio. A eseguire il test, con un Iphone simile a quello di Giacomo, l’ex comandante del Ros, Amleto Comincini. Stando alla prospettazione accusatoria Mario fu fatto sparire tra le 19,12, orario dell’ultima telefonata alla moglie Irene per avvertirla che a breve sarebbe rincasato, e le 19,24, quando il nipote, dopo alcuni minuti in cui il suo telefono risultava inattivo, ‘riappare’ e richiama la compagna da cui aveva ricevuto un paio di telefonate non risposte. Alle 19,33 Giacomo lasciò la fonderia in Porsche. Ebbene, la app dell’Iphone dell’imputato in quei minuti incandescenti registrò 345 passi.

Ai giudici il nipote ha raccontato di aver dimenticato il telefono su una ruspa - per questo a suo dire non rispose alle chiamate e la app risultava ferma - di essere andato dunque a riprenderlo e poi di essersi mosso a piedi tra la pesa, l’ufficio ordini e l’auto. Non si recò ai forni. Per il consulente della difesa, Ugo Geccherin, i movimenti da lui dichiarati sono veritieri. Il test compiuto da Comincini però direbbe il contrario: stando alla prova se Giacomo avesse davvero fatto il giro dichiarato la app avrebbe registrato 280 passi. Quei 345 passi corrispondono al tragitto per raggiungere l’area forni. Un elemento che si incastra con il probabile esito dell’esperimento dei maialino - sul quale è in corso la stesura della relazione ad opera del perito Camilla Tettamenti, ne discuterà all’udienza del 29 giugno - che avrebbe smentito la presunta impraticabilità dell’eliminazione nel forno. Ed è nei pressi del forno del resto che quella sera fu rinvenuto il muletto lasciato stranamente acceso da Mario prima di scomparire. Così come è alle 19,17 che si registrò la fumata bianca che mandò in blocco i forni.