Omicidio di Manuela Bailo, fissata l’udienza preliminare

Il 10 giugno il reo confesso Pasini sarà dal giudice. L'accusa gli contesta l'omicidio premeditato

Manuela Bailo

Manuela Bailo

Brescia, 1 giugno 2019 - Il caso  di Manuela Bailo è già approdato in tribunale. A distanza di pochi giorni dalla richiesta di rinvio a giudizio per l’ex sindacalista Uil Fabrizio Pasini, dal 20 agosto in carcere con l’accusa di avere ucciso la collega e amante diventata scomoda, c’è già la data dell’udienza preliminare. Si celebrerà il 10 giugno, davanti al gup Riccardo Moreschi.

Il pm Francesco Carlo Milanesi è sicuro che il 48enne di Ospitaletto debba rispondere di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Sposato e padre di due figli, Pasini secondo l’accusa avrebbe pianificato di uccidere la donna con cui aveva intrecciato una relazione contrastata a ridosso della partenza per la Sardegna con famiglia. Innamorata, Manuela premeva per averlo tutto per sé, e le vacanze costituivano sempre motivo di aspre liti. Per togliersi dagli impicci, l’imputato avrebbe dunque attirato l’amante in trappola con la scusa di stare insieme il fine settimana prima delle ferie. Luogo prescelto per il piano finale: la casa della madre di lui, libera. Pasini si sarebbe informato degli orari dello zio che vive al piano superiore, si sarebbe procurato stracci per ripulire il bagnetto della taverna dalla mattanza, e poi sarebbe entrato in azione sabato 29 luglio, tra le 4 e le 6. Ha stordito Manuela con una botta in testa e l’ha sgozzata, dice il pm. Il lunedì seguente l’ha caricata in auto e portata nella vasca dei liquami di Azzanello.

Reo confesso, l’uomo ha però sempre dato un’altra versione: "Stavamo litigando, l’ho spinta dalle scale e lei ha picchiato la testa. Ma non le ho tagliato la gola". L’avvocato Pierpaolo Pettenadu per dimostrare che dice la verità chiederà che sia giudicato con rito abbreviato condizionato all’audizione dei medici legali. Per la difesa non c’è prova dello sgozzamento: "La gola della vittima era troppo scarnificata per dire che la recisione della carotide sia stata provocata da un’arma da taglio e non da animali selvatici, ma non è stato fatto un esame".