Omicidio Laura Ziliani, dal capello nella scarpa spunti per i Ris

Le indagini , in parallelo con gli accertamenti scientifici, non hanno mai segnato il passo, e sono prossime alla chiusura

Laura Ziliani

Laura Ziliani

Temù (Brescia) - Anche un capello ritrovato in una delle scarpe della vittima entra nelle indagini sulla morte di Laura Ziliani e negli esami del Ris di Parma, chiamato a dare certezze genetiche sulla morte dell’ex vigilessa di Temù, scomparsa l’8 maggio e restituita cadavere tre mesi dopo dalla piena del fiume Oglio. Lo scorso febbraio, prima di dare il nulla osta per i funerali, la Procura di Brescia aveva disposto, con avviso alle parti, l’esame di un frammento di femore. L’esame era stato eseguito il 15 febbraio da Andrea Verzeletti, consulente medico legale della Procura, e sarebbe servito agli esperti di Parma per una ulteriore comparazione con le due calzature marca Salomon ritrovate, con modalità e in tempi diversi, nella zona di Temù e con i jeans recuperati nel torrente Fiumeclo. In più andava eseguita una comparazione fra il frammento osseo e il reperto pilifero rimasto all’interno di una delle scarpe.

Ben pochi dubbi che il capello appartenga alla Ziliani, ma anche su questo viene richiesta la sicurezza scientifica più assoluta.Nella relazione preliminare il Ris aveva concluso escludendo la presenza sui reperti (molto deteriorati, in modo particolare i calzoni, rimasti a lungo in acqua) tracce di persone estranee alla vittima. Una delle scarpe era stata anzi riconosciuta da Silvia, la maggiore delle tre figlie di Laura Ziliani. L’appartenenza era stata accertata anche dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Breno, guidati dal capitano Filiberto Rosano. Silvia Zani, la sorella minore Paola, e Mirto Milani, fidanzato di Silvia e amante di entrambe le sorelle, sono in carcere dal 24 settembre, accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Le sorelle Zani si trovano nel carcere di Verziano, Milani è detenuto in quello di Canton Mombello.

Le indagini , in parallelo con gli accertamenti scientifici, non hanno mai segnato il passo, e sono prossime alla chiusura. Gli inquirenti sono certi del movente economico dell’uccisione di Laura, secondo la consulenza medico legale prima narcotizzata con un composto a base di benzodiazepine e poi soffocata con qualcosa di molle, forse un cuscino. Dalle indagini sarebbe emerso anche un quadro di cattivi rapporti familiari.