Temù, ex vigilessa Laura Ziliani uccisa: nulla osta per i funerali

Il pm ha restituito la salma alla famiglia. Esequie previste però a Brescia, e non nella cittadina dove la donna sarebbe stata assassinata da due figlie

L’ex vigilessa Laura Ziliani

L’ex vigilessa Laura Ziliani

Brescia -  Era questione di giorni e nelle scorse è arrivato il nulla osta della procura. I funerali di Laura Ziliani saranno celebrati a breve. Il pm Caty Bressanelli ha restituito la salma alla famiglia – una famiglia dilaniata da una sorta di tragedia greca – che ora avrà modo di salutare per l’ultima volta l’ex vigilessa e darle una degna sepoltura. A ieri una data ancora non c’era, ma i due fratelli, l’anziana madre e Lucia, l’unica figlia non indagata della vittima, sembra abbiano ormai deciso: meglio mettere una distanza tra la Vallecamonica, dove Laura è stata uccisa, e il luogo dell’addio.

L’intenzione, infatti, sarebbe quella di non celebrare le esequie a Temù ma a Brescia, nella parrocchia di Santa Maria Assunta di Chiesanuova, nel quartiere dove vive la mamma della vittima, Marisa Cinelli. Fu il suo cuore di madre e di nonna, oggi schiacciato dal macigno di una figlia che la procura ritiene ammazzata dalle sue due nipoti Paola e Silvia – in carcere con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere dal 24 settembre insieme al fidanzato-amante delle sorelle, Mirto Milani - a suggerirle subito la pista giusta: Laura non si era affatto persa nei boschi. Non era uscita viva dalla casa di via Ballardini. Il giallo di Laura Ziliani inizia l’8 maggio. Un paio d’ore dopo la primogenita Paola, 27 anni, e la “piccola“, Silvia, 20 anni a giorni, diramano, in lacrime, appelli accorati perché qualcuno le aiuti a rintracciare la madre, a loro dire non rientrata da una passeggiata. Tre mesi dopo, l’8 agosto, una piena del fiume Oglio restituisce un corpo. È quello di Laura, in slip e canottiera.

La consulenza medico legale di Andrea Verzeletti mette un punto fermo: è stata prima stordita con farmaci e poi soffocata con un cuscino. Dopo nove mesi, l’indagine volge al termine. Anche i Ris di Parma hanno concluso gli accertamenti su scarpe e jeans della vittima recuperati: per l’accusa li ha disseminati il diabolico trio per deviare i sospetti. All’appello manca l’esito degli approfondimenti idrogeologici sul luogo dell’occultamento. Poi i carabinieri di Breno e la procura metteranno in fila i tasselli del puzzle. E scriveranno la parola fine in calce alla macabra storia familiare di Temù.