Omicidio di Laura Ziliani, Mirto depistava: "Sparita? Fa la bella vita con i soldi"

Il fidanzato di una delle figlie della vittima ipotizzava una situazione disastrosa, smentita dalle indagini che non evidenziano alcuna posizione debitoria

Mirto Milani, 27 anni

Mirto Milani, 27 anni

Brescia, 25 settembre 2021 - Investigatori al lavoro il giorno dopo gli arresti di Silvia e Paola Zani, le due giovani sorelle accusate di omicidio aggravato e occultamento di cadavere della madre Laura Ziliani, uccisa nella notte tra il 7 e l'8 maggio scorso. Se le prove contro le due sorelle e il fidanzato Mirto Milani hanno portato i tre in carcere - le ragazze sono dietro le sbarre della casa circondariale di Verziano, il 27enne si trova invece nell'istituto penitenziario di Canton Mombello - restano ancora da definire diversi aspetti: chi e in che modo ha ucciso l'ex vigilessa e come il corpo sia stato spostato dalla casa di Temù (dove è stata uccisa) alla riva del fiume Oglio nel comune dell'alta Valle Camonica dove è stato trovato l'8 agosto.

Caso Ziliani, chi sono Silvia e paola Zani

Nel frattempo, emergono dettagli che riguardano Mirto Milani, il giovane sopranista coinvolto nel delitto. "Io ci sto pensando ultimamente che magari ha dirottato dei soldi nel corso del tempo su un altro conto e adesso si sta facendo la bella vita da qualche parte", diceva in una conversazione, intercettata dai carabinieri, lo scorso 31 maggio, 23 giorni dopo la scomparsa dell'ex vigilessa dalla casa di montagna di Temù (Brescia) e presente nell'ordinanza firmata dal gip di Brescia. "Lei andava in giro con la macchina da 50.000 euro, si faceva gli aperitivi a pranzo e cena...andava al cinema, faceva un sacco di cose...si comprava una tonnellata di scarpe, di vestiti. La situazione è disastrosa, lei spendeva più di quello che prendeva...". Il ragazzo ipotizzava una situazione disastrosa, smentita dalle indagini che non evidenziano alcuna posizione debitoria della vittima. Un modo per depistare chi si stava occupando del caso.

Di Mirto ha parlato anche don Andrea, parroco di Roncola, paese in provincia di Bergamo, dove è residente il giovane. "L'ho incontrato dopo i primi interrogatori quando è stato indagato e mi ha detto che gli inquirenti gli stavano rovinando la vita". L'ho visto sconvolto" ha aggiunto il sacerdote che dopo il ritrovamento del corpo della vittima ha spiegato di non aver più incontrato il giovane.