Caso Del Gaudio, battaglia in aula: Il Dna del marito? Solo un errore

Delitto di Seriate, confronto in Appello fra il perito di parte e il Ris: "Contaminazione nei laboratori"

Gianna Del Gaudio e il marito Antonio Tizzani

Gianna Del Gaudio e il marito Antonio Tizzani

Brescia, 11 giugno 2022 -  Cutter, Dna, contaminazione impossibile, possibile o probabile? C’è stato un precedente di contaminazione nei laboratori del Ris reso pubblico dal difensore e dal suo consulente. Replica dell’operatore: questo significa che il sistema di controllo ha segnalato l’anomalia ed è stata rimossa. Non sono state rispettate le linee guida. Le linee guida, è la risposta, non sono scolpite nella pietra. Davanti alla Corte d’Assise d’appello di Brescia il lungo contradditorio-duello-battaglia fra il maresciallo Dario Capatti, della sezione di biologia del Ris di Parma, e il genetista forense Giorgio Portera, è l’architrave della seconda udienza del processo ad Antonio Tizzani. In primo grado l’ex capostazione (oggi 74 anni) è stato assolto per non avere commesso il fatto dall’accusa di avere sgozzato la moglie Gianna Del Gaudio, 63 anni, insegnante in pensione, la notte fra il 26 e il 27 agosto 2016, nel loro villino in via Madonna delle Nevi, a Seriate (Bergamo). Due mesi dopo il taglierino era stato trovato in una siepe, a seicento metri dall’abitazione, in un sacchetto delle mozzarelle che venivano consegnate in casa Tizzani. Nel sacchetto anche un paio di guanti con un Dna sconosciuto. La lama era incrostata del sangue rappreso della vittima. In una posizione nascosta, sotto l’impugnatura di gomma, uno dei sedici prelievi effettuati aveva rinvenuto il Dna di Tizzani. Davanti alla Corte d’Assise di Bergamo il genetista Portera aveva portato la tesi che questo potesse essere il frutto di una contaminazione nei laboratori del Ris, dopo l’apertura di un campione salivare che conteneva il Dna dell’indagato, prima di nuovi esami sul cutter, in assenza del consulente della difesa.

Antonio Tizzani è in aula. Ha sempre negato che il cutter fosse suo. Segue con attenzione, ascolta l’esperto di Parma definire "altamente improbabile" la contaminazione. In tutte le analisi di quel periodo non è stata riscontrata nessuna contaminazione che rimandasse all’uomo di Seriate. "Se avessimo trovato traccia del Dna di Tizzani, il nostro archivio lo avrebbe segnalato dando il match". Ricorda un solo caso, una decina di anni fa. È a questo punto che il difensore Giovanna Agnelli e Portera calano l’asso ed è un asso "pesante": era già successo. "Il 31 dicembre 2017 - esordisce il legale - avete constatato una contaminazione sul sacchetto". "La contaminazione - aggiunge Portera - è un evento che avviene. In questo caso riguardava un intero ciclo di amplificazione del reperto sacchetto". Ribatte il sottufficiale del Ris: "Questo significa che il controllo funziona. Abbiamo provveduto e scartato". Poco prima, Portera ha ribadito la posizione della difesa su un punto nodale. "Nel momento in cui il campione salivare del signor Tizzani è stato analizzato prima di avere effettuato il prelievo del Dna dal cutter, c’è stato un forte rischio di contaminazione. Le linee guida in materia non sono state rispettate. C’è un altro fatto. Il cutter era in un sacchetto che per giorni è stato nella disponibilità di Tizzani. Quindi è possibile che quella traccia sia sia trasferita sul taglierino, che non aveva altre tracce di Tizzani. Questo è possibile. La contaminazione è probabile". Mario Tizzani e la compagna Alessandra Manenti rievocano la terribile serata dell’agosto di sei anni fa, la scena insanguinata, il misterioso uomo incappucciato che il padrone di casa ha sempre sostenuto di avere scorto fuggire. Tizzani è stato assolto perché il fatto non sussiste sui maltrattamenti. Il figlio e la moglie confermano episodi di sberle e tirate di capelli. Ma c’era affetto. "Si baciavano - dice Mario -. Vorrei fare vedere quello che ho visto io fra di loro".