Leno, teschio a casa del papà di Desirée. L’ipotesi: avvertimento

Il ritrovamento dopo l’esposto del genitore

Desirée Piovanelli

Desirée Piovanelli

Leno (Brescia), 6 marzo 2019 - Un fantoccio nero, il volto da teschio, strozzato da un laccio viola e nero. Appoggiato sulla ringhiera di casa sua. A Leno. Da mesi Maurizio Piovanelli dà battaglia per fare riaprire le indagini sull’omicidio della figlia Desirée, sfociato in quattro condanne definitive. Ha depositato un esposto in cui fa nomi e cognomi, convinto che dietro la morte della figlia quattordicenne ci sia un giro di pedofili tuttora a piede libero. I mandanti. E ora qualche settimana fa, un inquietante ritrovamento: un pupazzetto in perfetto stile Halloween. Nessun messaggio. L’oggetto sarebbe passato inosservato se a ritrovarlo non fosse stato il padre di Desy, il quale lo ha portato dai carabinieri.

Il pm Donato Greco lo ha sequestrato e aperto un fascicolo per minacce a carico di ignoti. Difficile capire chi possa aver lasciato la «sorpresa» davanti all’abitazione dei Piovanelli. La zona non è inquadrata da telecamere. Gli inquirenti sospettano un’intimidazione e un collegamento con il secondo fascicolo aperto dal pm Barbara Benzi nel quale è confluito l’esposto del papà di Desy e quello di un suo compaesano che sposa le sue conclusioni. «Piovanelli ha trovato questo fantoccio poco dopo essere stato ascoltato in Procura – conferma il suo avvocato Alessandro Pozzani –. Un caso? Temo proprio di no. Potrebbe essere un avvertimento. Magari nei confronti di chi sa la verità e che a distanza di 17 anni potrebbe parlare. Quello non è stato un delitto passionale. Dietro ci sono droga e prostituzione minorile».

L’unico ancora in cella (a Bollate) è l’adulto del «branco», Giovanni Erra, operaio all’epoca 36enne, padre di un bimbo di otto, condannato a 30 anni. Ha chiesto ai suoi avvocati Antonio Cozza e Nicodemo Gentile di lavorare alla revisione del processo. «Sono innocente, ero a casa mia con mio figlio e mia moglie.– ha scritto Erra al Giorno -–.Non sono un pedofilo e non ho mai avuto contatti con persone del genere». La procura sta riesaminando i vecchi atti, compreso un vecchio fascicolo aperto anni fa per pedofilia e poi archiviato. «Non so come spiegarmi quanto è accaduto – ha detto ieri l’artigiano 58enne –. Fosse capitato in altre circostanze si potrebbe pensare a uno scherzo, ma c’è di mezzo la mia richesta di far riaprire il caso. Io vado avanti». I carabinieri hanno potenziato i servizi di vigilanza nei dintorni di casa sua.