Omicidio di Charlotte Angie, il killer: "Ho avuto un raptus, poi ho pensato a un piano"

Crolla l’assassino della pornostar che ne aveva denunciato la scomparsa. Il corpo della donna è stato congelato nel freezer della sua abitazione nel Milanese, diviso in 15 pezzi e smaltito in Valcamonica

A sinistra la vittima, Carol Maltesi. A destra Davide Fontana

A sinistra la vittima, Carol Maltesi. A destra Davide Fontana

Brescia - "Ho avuto un raptus. Poi ho perso la testa e il mio unico pensiero è stato come trovare una via di fuga". Quando lunedì scorso Davide Fontana, il 42enne bancario milanese, travel-food blogger, si è presentato dai carabinieri di Rescaldina per denunciare la scomparsa della dirimpettaia Carol Maltesi, la 26enne italo-olandese mamma di un bimbo di sei anni, ex commessa e star del porno con il nome d’arte di Charlotte Angie, sapeva di avere ormai le ore contate.

I carabinieri della compagnia di Breno grazie alle telecamere e alle celle telefoniche lo avevano intercettato alla guida della Fiat 500 della vittima sui tornanti di Paline di Borno il 20 marzo, il giorno in cui sono stati trovati i sacchi dell’immondizia con dentro la povera donna fatta a pezzi, e su quell’auto, di cui l’amica Carol-Charlotte gli aveva dato le chiavi, era stato controllato tempo prima in circostanze che nulla c’entrano con il delitto. E ancora, aveva usato l’utilitaria per fare sopralluoghi dopo il massacro.

In molti ormai si chiedevano che fine avesse fatto la ragazza, sparita dalle ribalte social, dai set e dai night club da due mesi, senza però che nessuno avesse denunciato la scomparsa. Domenica scorsa la redazione del giornale locale online Brescianews ha provato a contattarla, sentendosi rispondere via Whatsapp "Io sto bene per fortuna". A mandare il messaggio era stato il killer, dal cellulare della vittima.

Trovandosi sotto casa una conoscente della 26enne, Fontana l’altro ieri ha appunto deciso di andare con lei dai carabinieri per riferire non avere più notizie della vicina con cui aveva avuto una relazione di un mesetto un anno prima, ma che continuava a frequentare. Ha iniziato a contraddirsi, e nella notte ha ammesso il delitto, esploso a fine gennaio a casa dell’amica in circostanze da chiarire, forse in un momento di intimità. Per sbarazzarsi del cadavere, si è procurato un’accetta e una sega e ha depezzato il corpo in 15 parti, poi le ha scorticato il viso e numerosi tatoo per complicare le indagini. Ha acquistato una cella frigorifera e vi ha piazzato l’amica, in freezer a casa propria.