Omicidio di Agnosine, oggi l’ultimo abbraccio a Giusy. L’ex marito resta in carcere

L’assassino l'ha uccisa colpendola almeno dieci volte con un coltello

Giuseppina Di Luca, 46 anni, uccisa a coltellate dall’ex marito Paolo Vecchia

Giuseppina Di Luca, 46 anni, uccisa a coltellate dall’ex marito Paolo Vecchia

È stato convalidato l’arresto di Paolo Vecchia, il 52enne operaio di Sabbio Chiese che lunedì scorso ha ucciso a coltellate la moglie, Giuseppina Di Luca, 46 anni, e poi si è costituito. Il gip, Riccardo Moreschi, ha disposto la custodia cautelare in carcere. L’uomo, accusato di omicidio aggravato dall’uso delle armi e dalla premeditazione, nel corso dell’interrogatorio di convalida ha ammesso le proprie responsabilità, e ha cercato di spiegare che cosa lo ha spinto ad amazzare la donna con cui aveva condiviso una vita, 26 anni di matrimonio e due figlie – di 21 e 24 anni – e che lo scorso agosto e si era trasferita con figlia minore in una casa tutta sua, ad Agnosine.

Giuseppina, “Giusy“ come la chiamavano tutti, ultima di sei sorelle, aveva deciso di porre fine a quella relazione logora ed era irremovibile, tanto che da poco il suo legale aveva mandato al consorte la lettera con la richiesta formale di separazione. Lui, incensurato (e da lei mai denunciato) non tollerava la scelta della moglie, continuava a “tampinarla“, e non faceva mistero ad amici e colleghi di volergliela fare pagare.

Di recente pare anche che l’avesse seguita in auto e avesse tentato di speronarla per farla uscire di strada. Nessuno aveva dato troppo peso a quelle parole e a quegli sfoghi di rabbia, credendo che tutto finisse lì.

Invece lunedì scorso di buon mattino Vecchia è uscito dall’abitazione di Sabbio dove fino a poche settimane prima aveva vissuto con Giusy e le figlie e si è recato ad Agnosine, in via Matteotti, da lei. In tasca, un coltello a serramanico e un pugnale. Ha atteso sul pianerottolo che la 46enne uscisse per andare a lavorare – la figlia minore, Sara, dormiva nell’appartamento – e poco prima delle otto, quando la donna è uscita, l’ha aggredita.

Le ha piantato ripetutamente le lame in gola, al petto, alle spalle, al torace, colpendola almeno dieci volte. La vittima ha tentato di scappare e difendersi, ma è stramazzata. È riuscita a dire ai vicini, attirati all’esterno dalle urla, "mi hanno accoltellata", poi è morta. Nel frattempo l’uomo è tornato a Sabbio, ha riposto i coltelli su un mobile dell’abitazione coniugale, ed è andato dai carabinieri. La salma di Giusy dopo l’autopsia, e il nulla osta da parte del pm Carlotta Bernardini, è già tornata a Sabbio Chiese, nella casa funeraria Mondalino.

Davanti all’ingresso sono stati deposte rose e scarpe rosse, e il cartello ‘Vietato morire per amore’. E oggi sarà il giorno dell’addio. I funerali saranno celebrati alle 15 nel vicino paese di Agnosine - Giusy vi si era trasferita per essere più vicino al luogo di lavoro, l’azienda Cominotti - nella parrocchiale di Ippolito e Cassiano.