Nuovo rinvio per la vicenda di Beppe Ghirardini

Per due volte la Procura ha chiesto di archiviare per istigazione al suicidio a carico dei fratelli Bozzoli

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Nuovo rinvio per la vicenda di Beppe Ghirardini, l’addetto ai forni della fonderia di Marcheno, di turno quando la sera dell’8 ottobre 2015 sparì il suo titolare Mario Bozzoli, e che una settimana dopo in circostanze misteriose fu trovato avvelenato da due capsule di cianuro a Case di Viso, a cento km da casa. Per due volte la Procura generale ha chiesto di archiviare l’inchiesta per istigazione al suicidio a carico dei fratelli Alex e Giacomo Bozzoli - l’ultimo sta affrontando il processo in Assise per l’omicidio e l’occultamento del cadavere dello zio - e per due volte la famiglia di Ghirardini si opposta. Ieri, in occasione dell’udienza fissata davanti al gip Elena Stefana per discutere dell’ultima opposizione, la difesa dei Bozzoli - gli avvocati Luigi, Giordana e Giovanni Frattini - ha chiesto tempo per visionare le nuove intercettazioni telefoniche e ambientali disposte nell’ambito del secondo supplemento di indagini. Il procuratore generale Marco Martani, che pure sostiene l’accusa insieme all’aggiunto Bonfigli in Assise contro Giacomo, nei mesi scorsi aveva infatti chiesto e ottenuto di intercettare nuovamente una ventina di persone - nel frattempo comparse come testi nel processo per omicidio - per confrontare le dichiarazioni. A quanto si è appreso, nemmeno stavolta sarebbe emersa la prova dell’induzione al suicidio di Ghirardini da parte dei fratelli, tanto che il pg si era risolto a chiedere una nuova archiviazione.