Neuropsichiatria per adolescenti, cresce la domanda

Bellandi di Fraternità Giovani: "Mancano le risorse giuste per poter dare risposte adeguate"

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Cresce la domanda di interventi terapeutici in neuropsichiatria per l’adolescenza, ma non le risorse che servirebbero per dare una risposta adeguata, anche in vista dell’aumento atteso a causa della pandemia. Lo rileva, suo malgrado, Massimo Belandi, amministratore delegato della cooperativa Fraternità Giovani che, con i 3 servizi diurni terapeutici a Brescia, Macesina di Bedizzole e Visano, nel 2020 ha ospitato 106 ragazzi, 3 in più del 2019, fra gli 11 e i 18 anni, per lo più bresciani, inviati dai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza delle Asst della Regione Lombardia (9.512 giornate di presenza).

"Ma la nostra capacità di accoglienza è definita dal budget a disposizione, non dall’assenza di domanda. Il nostro focus è sulla salute mentale – spiega Belandi – con i nostri centri, copriamo tutta la provincia. Oltre a noi, su questo tema, c’è solo una comunità a Orzinuovi con 5 o 6 posti: l’offerta per i minori nel Bresciano finisce qui".

Eppure i casi di neuropsichiatria tra gli adolescenti sono in aumento, +10% ogni anno. "Con il ritiro sociale, vediamo che aumentano situazioni di panico, fobie scolastiche anche nei bambini. Tuttavia, le risposte ad oggi le dà solo il privato sociale, perché il pubblico avrebbe costi enormi nell’organizzare centri diurni e riabilitativi. Eppure noi abbiamo 50 posti accreditati dalla Regione, di cui solo 30 a contratto con Ats. Solo questo dà l’idea di precarietà della situazione". Per Belandi servirebbe subito fare una pianificazione, partendo da dati aggiornati (che ora mancano) per riuscire ad adeguare l’offerta al bisogno. "La pandemia rischia anche di allungare i tempi. Già normalmente dalla presa in carico alla diagnosi passa un anno di tempo: con quello che sta succedendo, i tempi potrebbero raddoppiarsi. Bisognerebbe che gli enti pubblici capiscano l’importanza di poter condividere col privato sociale delle azioni per dare delle risposte. Non vogliamo sostituire, ma integrare il servizio pubblico". Per ora, invece, non è stato neanche contrattualizzato l’altro servizio di Fraternità Giovani, il progetto Piccole pesti, che si occupa della fascia di bambini dai 5 agli 11 anni, (+146 giornate di presenza nel 2020). "Dicono sia troppo innovativo - sottolinea Belandi – l’impressione è che i problemi di salute mentale risaltano solo quando diventano temi di disturbo pubblico". F.P.