Brescia, la ’ndrangheta gioca al lotto: il riciclaggio passa dalla tv

Otto arrestati e sei ai domiciliari. Sequestrati beni per 25 milioni Vincite usate dal clan Papalia per giustificare i soldi. E l’imprenditore aiuta

Ambrogio Cassiani, il pubblico ministero bresciano che ha gestito le indagini

Ambrogio Cassiani, il pubblico ministero bresciano che ha gestito le indagini

Brescia, 3 novembre 2020 - Dall’amicizia con uno dei boss della ’ndrina Barbaro Papalia, radicata a Buccinasco e nel Milanese, al business delle televisioni private con le estrazioni del lotto, motore di un imponente riciclaggio messo in atto con la complicità di tabaccai e gestori di sale slot. E con la protezione delle forze dell’ordine, comprate con smartphone, carte prepagate per giocare d’azzardo e ingressi per vedere la Juve a Torino.

Protagonista di Scarface, maxioperazione dei carabinieri e del pm Amborgio Cassiani - quattordici arresti, otto in carcere e sei ai domiciliari, cinque obblighi di dimora e due interdizioni dai pubblici uffici, sequestri per 25 milioni, è Francesco Mura, 41enne astigiano di casa a Erbusco (Brescia). Mura per l’accusa era il capo di un’associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati – in testa, il riciclaggio - aggravata dal fiancheggiamento della ’ndrina Barbaro-Papalia. Rapporti "strutturati, continuativi e attuali" tra Mura e Giuseppe Pangallo, esponente della cosca e socio occulto di ogni suo business. Durata tre anni e curata dal nucleo investigativo dell’Arma, l’inchiesta ha fatto luce su un articolato sistema di riciclaggio messo in essere con l’apporto di una parte di imprenditoria locale: "Non elementi isolati", ha sottolineato il procuratore Francesco Prete, parlando di "quadro allarmante", permettendo massiccia evasione e inquinamento del mercato. Tramite le sue emittenti televisive locali le cui trasmissioni davano i numeri al lotto, basate in parte su società fittizie, si emettevano fatture false o gonfiate. Il ricavato veniva ripulito in tabaccherie o sale slot compiacenti che segnalavano le vincite a Mura e sodali perché se le intestassero per ricevere dallo Stato somme pulite, e pagare in contanti i vincitori. Oppure con fiumi di denaro si sbaragliava la concorrenza alle aste accaparrandosi ville con poco, ristrutturandole in nero, intascando denaro pulito degli sgravi e dalla vendita.

Così Mura avrebbe acquistato dimore stellari a Erbusco, Arzachena e a Poggi, a Imperia, sequestrate con appartamenti tra Erbusco, Torino, Bardonecchia, negozi, 39 fabbricati e terreni, sei società, una Porsche Macan, una Mercedes Gla, una Mini Cooper, 36 conti con 1,5 milioni, 400mila euro in contanti. In cella per associazione anche il padre, Mario Mura, le collaboratrici Elisa Salerno e Maria Dizioli, la ex Elisa Corsini, la nuova compagna Sabrina Ferchici (ai domiciliari). E una lista di prestanome. Ma anche l’ex finanziere Andrea Ottaviani, già comandante della Finanza di Edolo e ora gestore di una tabaccheria di Chiari, accusato di aver riciclato 45mila euro (ai domiciliari). Dodici mesi di interdittiva per l’ex comandante della Polstrada di Chiari Sergio Motterlini e al maresciallo Nicola Firrariello, già a capo del Norm di Chiari, accusati di accesso abusivo ai sistemi informatici e corruzione. Il militare per il gip ha ricevuto un telefono da 698 euro, accrediti su una carta di credito per giocare d’azzardo e i ngressi gratuiti al Juventus stadium. Tutto per consultare la banca dati riservata a favore di Mura. A Motterlini invece è contestato di essere intervenuto nel 2018 per evitare che l’amico, pizzicato a sfrecciare in Brebemi a 209 km/h, fosse ritirata la patente. In cambio, biglietti gratis per vedere con il figlio Juventus Inter.